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MediaTech
La prima serata inizia sempre più tardi: le reti televisive fermino la deriva

Martedì 2 aprile 2019: Striscia la Notizia su Canale 5 chiude la puntata alle 21.37, più di dieci minuti dopo il termine de I Soliti Ignoti su Rai1. 

In un giorno feriale qualunque, oltre le 21.30, quindi, ha inizio ufficialmente la prima serata, che si concluderà - se tutto va bene - poco prima di mezzanotte, anche se - nel caso del weekend e di programmi come C'è Posta per te o Ballando con le stelle - si può anche andare a finire oltre l'una.

Passi il fine settimana, e passi il periodo estivo, ma nel periodo che va da settembre a maggio, è iniquo che i telespettatori, per seguire una fiction o un reality o un talent show o anche un programma come Meraviglie di Alberto Angela - sia costretto ad andare a letto, fra una cosa e l'altra, come minimo a mezzanotte. 

La sciagura della fascia di access prime time, nata per arginare il dilagare del succitato Striscia la Notizia come avevamo già evidenziato in questo articolo (clicca qui per leggere), ha innescato un progressivo ritardo della messa in onda dei programmi serali, trasformando il prime time in una sorta di seconda serata e quest'ultima in una terza, con programmi di approfondimento quali Porta a Porta che iniziano spesso all'una di notte. Una cosa inconcepibile, pensando che negli anni Ottanta la seconda serata partiva dalle 22.30. 

Da tempo i vertici delle reti televisive, pubbliche e private, pensano evidentemente che gli italiani siano un popolo di nottambuli o, peggio, di sfaccendati che il giorno successivo non debbano andare al lavoro né tantomeno a scuola nel caso dei più giovani. 

Necessario dunque un accordo tra le reti a tutto vantaggio del telespettatore, ridimensionando i palinsesti del daytime e dando modo alla prima serata d'iniziare alle 21.15 al massimo. Visto che, fra uno spazio pubblicitario e l'altro, l'effettivo prime time finisce per partire alle 21.40-45, si risparmierebbe una mezz'ora buona che permetterebbe l'inizio della seconda serata alle 23.30. Un orario un po' meno indegno, insomma, e decisamente più rispettoso per il telespettatore. 

Confidiamo quindi nel buonsenso dei vertici Rai e Mediaset affinché trovino la quadra per evitare una deriva sempre più anarchica e, per giunta, controproducente per gli ascolti. Quanti telespettatori infatti, stecchiti dalla stanchezza, spengono la Tv anzitempo o scelgono tout court di non guardare più i programmi di prima serata (quelli più costosi e al tempo stesso renumerativi per le reti) per evitare di tirare tardi nei giorni feriali e spesso anche festivi? Ci rifletta chi di dovere. 

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