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Auto e Motori
De Gaulle e quel legame del Generale con la Citroen

Nato a Lille il 20 novembre 1890, legò il suo nome alle vetture Citroën fin da quel 25 agosto 1944, quando in piedi su una Traction Avant, con una croce di Lorena disegnata sulla fiancata, entrò trionfalmente nella Parigi liberata dall’occupazione dei tedeschi. Erano, quelli, gli anni del suo primo, breve periodo di governo della Francia, tra il giugno 1944 e il gennaio 1946.

 

Si sta parlando del generale Charles André Joseph Marie de Gaulle. La Traction era ancora la sua vettura ufficiale quando nel 1958 un autentico plebiscito (vinse con il 78,5% dei voti degli 82.000 grandi elettori) lo riportò alla guida della nazione.

Una delle ragioni di una vittoria così schiacciante appunto alle elezioni presidenziali del ‘58 è da ricercare nella difficile situazione in cui si trovava il governo francese dell’epoca, dopo la disfatta di Dien Bien-Phu in Indocina nel ‘'54 e quella che si profilava sempre più chiaramente in Algeria.

 

Dopo una sanguinosa lotta senza esclusione di colpi tra l'esercito francese e il fronte di liberazione dell’Algeria, nel ‘61 De Gaulle organizzò nella città francese di Évian-les-Bains una conferenza di pace che portò al “cessate il fuoco” del 19 marzo 1962 e al successivo disimpegno delle forze francesi dal Paese nordafricano.

Situazione inaccettabile per l’organizzazione terroristica francese di estrema destra OAS, che progettò un attentato per uccidere il generale, colpevole - secondo i suoi affiliati - di avere infangato il nome della Francia ritirandosi dall’Algeria.

 

La data scelta era il 22 agosto 1962. Nella sera di quel giorno, la DS19 di De Gaulle, scortata da una seconda vettura e da due poliziotti in motocicletta, stava raggiungendo l’aeroporto militare di Villacoublay, dove un velivolo attendeva il generale, sua moglie Yvonne e suo genero, il colonnello Alain de Boissieu.

De Gaulle era arrivato a Parigi il mattino presto dalla sua casa di Colombay-les-Deux-Eglises per prendere parte al Consiglio dei ministri convocato per quel giorno nella capitale.

 

Arrivato a Petit-Clamart, all’altezza dell'Avenue de la Libération, il corteo presidenziale incrociò un uomo che sventolava un giornale, come per salutare il passaggio del presidente. In realtà, quello era il segnale che dava il via a un’autentica tempesta di fuoco: da un furgoncino Renault giallo e da un’altra vettura di colore blu furono esplosi 187 colpi, quattordici dei quali raggiunsero l’auto presidenziale, colpendo due gomme e forando le lamiere in più punti.

Altri quattro proiettili centrarono l’auto di scorta e uno colpì il casco di uno dei poliziotti motociclisti. Nessuno rimase ferito. Solo il conducente di una vettura che arrivava dalla direzione opposta ebbe una leggera contusione a un dito a causa della scheggia staccatasi dal volante della sua auto, colpito da un proiettile vagante.

 

L’autista, superato lo sconcerto iniziale, affondò il piede sul gas e (con le due ruote forate) riuscì ad accelerare, seminando gli inseguitori e salvando la vita al generale.

Arrivato alla pista di Villacoublay e non prima di aver passato in rassegna il picchetto d’onore che lo attendeva, De Gaulle diede uno sguardo alla sua auto e fece un unico commento: “Fortunatamente quelli là sparano come dei porci”...

Quell’evento ebbe un’eco mondiale: le foto della vettura crivellata di colpi che, con due ruote a terra, riesce comunque a seminare gli inseguitori, fu una pubblicità incredibile per la Citroën DS19 e il generale mostrerà la sua riconoscenza a quell’automobile, organizzando cortei composti da dozzine di nere Citroën DS, un simbolo stesso della grandeur francese.

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