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Politica
Elezioni 2018 Centrodestra, Salvini-Berlusconi posizioni distanti. Rumor


Uniti a parole, divisi nei fatti. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi stanno affrontando il post-voto mostrando, dietro le quinte e non solo, una pressoché totale divergenza di vedute. Anche se formalmente, salvo colpi di scena, Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia andranno insieme con una delegazione unitaria al Quirinale per fare il nome del segretario leghista come candidato premier, quantomeno incaricato, ufficiosamente le strade stanno iniziando a divergere.

In attesa della riunione di venerdì mattina con i neo-eletti della Lega alla Camera e al Senato, il potentissimo vice-segretario Giancarlo Giorgetti (leggi qui) ha lanciato la proposta di un governo di scopo con il Partito Democratico per tornare al più presto al voto cambiando ovviamente la legge elettorale. Dal quartier generale degli azzurri, però, spiegano categoricamente e senza alcun dubbio che "Silvio Berlusconi non vuole nelle maniera più assoluta tornare subito al voto" (nonostante più volte in campagna elettorale avesse affermato che senza maggioranza nuove elezioni sarebbero stata l'unica strada percorribile).

Si tratta di un punto chiave che in prospettiva rischia di spaccare profondamente il Centrodestra. Probabilmente - spiegano in Via Bellerio - "in Forza Italia temono un nuovo, ulteriore, tracollo in caso di ritorno al voto" (clicca qui per leggere le primissime stime) e quindi l'ex Cavaliere "farà ogni tentativo possibile e immaginabile per evitare l'immediato scioglimento delle Camere" appena elette.

L'ipotesi di un governo con il Pd lanciata da Giorgetti non viene respinta da Forza Italia, purché non sia un mero esecutivo di scopo per modificare la legge elettorale e rivotare. Escluso ogni tipo di alleanza con i 5 Stelle, il piano di Berlusconi per uscire dall'impasse prevede due punti chiave: o il sostegno da parte di un nuovo gruppo di neo-responsabili, presi da M5S e Pd, al Centrodestra oppure un accordo diretto con il Pd post-Renzi.

Ovviamente, per non rompere il rapporto con la Lega, l'ex Cav accetta per il primo tentativo sia Salvini a farlo, ma sa che quasi certamente l'obiettivo di formare il governo non verrà raggiunto. E quindi si prepara a lanciare altri nomi di leghisti e azzurri più moderati, da Zaia a Toti, solo per fare due nomi, nel tentativo di sbloccare la matassa. Il tutto, ovviamente, sperando che i Dem confermino la loro chiusura a Di Maio e ai 5 Stelle.

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centrodestra salvini berlusconi





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