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Roma
Roma, "Il problema non sono le buche ma i posti di lavoro"

di Luigia Luciani


Elezioni, emergenza Roma, legalità sicurezza, promesse degli aspiranti sindaco e un tema fondamentale: il lavoro. Chiunque a Roma dovesse diventare il nuovo sindaco, dovrebbe confrontarsi con un grande tema: la crisi dell'occupazione. I dati sulla mancanza di lavoro preoccupano soprattutto per i numeri nel comparto dell'edilizia. Cosa fanno i sindacati e le associazioni di settore? Quali idee e progetti propongono? Sono a favore di grandi opere, seppur private, che possano garantire nuova occupazione? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Marco Matteoni, presidente di Confartigianato imprese.

Presidente Matteoni a che punto siamo con la crisi nel settore edile?
“Da quando la crisi economica nel 2008 ha investito l'Italia, prima ci hanno rimesso i piccoli e medi imprenditori, quelli che per intenderci giravano col furgoncino. Dall'inizio del 2016 invece stiamo assistendo  al dimezzamento su Roma delle grandi imprese. Annaspano  pure i grandi nomi, quelli tenuti a galla dalle banche. Banche che soffrono, va detto, di miopia congenita...”

Quindi come si va avanti? Le Associazioni di categoria che fanno?

“Purtroppo stiamo parlando di un dialogo tra sordi sia col Governo centrale sia con le amministrazioni locali.  Il 90% delle imprese edili conta solamente fino a 5 dipendenti. E' questo il tessuto infettato. A Roma i “palazzinari” hanno fatto il bello e il brutto tempo,  però hanno anche contribuito a far marciare l'economia. I presidenti di categoria battono i pugni sul tavolo e allo stesso tempo chiedono soldi all'amministrazione. Si tratta di una grossa contraddizione, come quando si costruiscono  migliaia di alloggi che restano sfitti e poi le infrastrutture rimangono quelle degli anni '40...”.

Se con l'amministrazione pubblica stiamo messi così allora la strada per far tornare gli operai nei cantieri resta il privato. Lo stadio della Roma a Tor di Valle, se l'iter dovesse completarsi in Regione, sarebbe ossigeno puro per il settore non crede? E prima ancora andrà a regime la nuvola di Fuksas che ha già impegnato 500 edili.
“Bellissime cose, bellissime realtà per Roma soprattutto se i fatti decantati venissero mantenuti. Siamo sotto campagna elettorale... semmai ci prendiamo un caffè alla fine dei giochi e vediamo come è andata.”

Mi pare di capire che lei abbia poca fiducia nella politica... Guardando i candidati che corrono per la poltrona di sindaco oggi, lei  che pensa?
“La verità è che non ci sono più i politici di un tempo. Il problema non sono le buche, ma i posti di lavoro. A nessuno interessa realmente la questione. Sono tutti ingessati e fintamente simpatici, ma la colpa non è solamente loro. La colpa  è anche di noi imprenditori. Io ci manderei gli operai a trattare con la pubblica amministrazione ad esempio!”

In che senso?
“Vede, l''edilizia romana è alla terza/quarta generazione e dalla prima nessun imprenditore è più sceso in cantiere. Bisogna riconoscerlo l'odore della calce. Dopo Mafia Capitale tutto è fermo, inchiodato, paralizzato. Servono tavoli di concertazione intorno ai quali siedano persone capaci e competenti. Il potere di trattare va dato a chi è in grado di sbattere i pugni sul tavolo.”

Un'ultima cosa...Che ne pensa del nuovo codice degli appalti?
“Che è stato scritto da burocrati con mentalità burocrate. Io le mele le compro dove dico io”.

 

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