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Jannik Sinner si confessa: il rapporto con papà e Berrettini, i trionfi su Djokovic e...
Jannik Sinner (foto Lapresse)

Jannik Sinner, il tennista italiano e un 2023 incredibile. Non solo Coppa Davis e finale alle Atp Finals

Jannik Sinner è stato premiato come miglior tennista del 2023 nella serata di gala di SuperTennisTV. Un riconoscimento scontato, dopo una stagione incredibile: la vittoria da leader tecnico e carismatico dell'Italia in Coppa Davis contro l'Australia in finale (eliminando la Serbia di Djokovic in semifinale: Nole sconfitto sia in singolare che in doppio assieme a Lorenzo Sonego), la finale delle Atp Finals di Torino (persa contro Djokovic dopo averlo battuto nel round robin e con successo in semifinale contro Medvedev), il numero 4 del ranking Atp (eguagliato Adriano Panatta), il primo Master 1000 vinto (in Canada a Toronto in agosto), oltre ai titoli di Montpellier (Atp 250), Pechino e Vienna (Atp 500). Senza dimenticare la semifinale di Wimbledon. E si potrebbe andare avanti.

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Jannik Sinner - Elodie (foto Lapresse - Instagram elodie)

Perchè l'annata di Sinner è stata esaltante e promette grandi sogni con vista 2024, quando Jannik andrà all'assalto del suo primo titolo di Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon o Us Open: il campione azzurro è competitivo su tutte le superfici e in tutte le condizioni di gioco), oltre alla lotta per il numero 1 del mondo (la sfida a Djokovic, Alcaraz, Medvedev è lanciata) e alla difesa della Coppa Davis assieme a Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti e sicuramente anche Matteo Berrettini.

Sinner è pronto per partire: destinazione Alicante dove preparerà la prossima stagione e si allenerà con con Luca Nardi (20enne talento del tennis azzurro e reduce dalle Atp Next Gen di Jedda insieme a Flavio Cobolli), il fuoriclasse azzurro nel frattempo si è raccontato a Super Tennis intervistato da Max Giusti.

Jannik Sinner e il momento in cui ha cambiato marcia nella stagione

"Non c’è un momento preciso, ma quando fai tanti risultati di fila vuol dire che il lavoro comincia a dare risultati. Ed è un percorso che non si fa in uno o due mesi, ma in un anno intero - racconta Jannik Sinner a Max Giusti al gala del tennis italiano - Sicuramente, avendo girato tanto in lungo e in largo per il mondo, arrivare a ogni torneo preparato fisicamente è stata la cosa più importante. Poi la voglia di imparare e di migliorare e l’affiatamento con il mio team mi hanno permesso di trovare la combinazione giusta".

Jannik Sinner e papà Hanspeter

"Ha fatto il cuoco per tutta la vita, e ai fornelli ci sa fare. Ma dopo 40 anni di lavoro, negli ultimi anni l’avevo visto un po’ giù. Così mi sono detto: voglio tirarlo fuori da questa situazione - spiega Jannik Sinner parlando di papà Hanspeter - Allora gli ho detto di seguirmi in giro per il mondo, così me lo godo anche un po’ più di quanto riuscissi a fare prima, anche perché in alcuni tornei non vado in albergo ma prendo una casa, e ci ritroviamo tutti sotto lo stesso tetto.

Jannik Sinner e l'amore del pubblico italiano alle Atp Finals

Il pubblico delle Atp Finals di Torino ha trasmesso tutto il suo amore nel corso della settimana che ha visto Jannik Sinner protagonista di una entusiasmante cavalcata fino alla finale contro Noval Djokovic. "Tutto quel tifo è stato incredibile. Addirittura i cori da stadio… un’emozione unica. Ho sentito una grande connessione con il pubblico, e davvero mi è sembrato di essere a casa.

Jannik Sinner, la magia della Coppa Davis vinta dall'Italia (e il bellissimo pensiero per Matteo Berrettini)

Jannik Sinner racconta la settimana di Malaga che ha visto l'Ital-tennis eliminare l'Olanda ai quarti, la Serbia di Djokovic in semifinale, sino al trionfo in finale contro l'Australia con il punto della vittoria conquistato da Jannik contro De Minaur (poco prima il fondamentale successo di Matteo Arnaldi con Alexei Popyrin): "La Davis è davvero particolare, perché ti fa vivere il clima di uno spogliatoio, il senso di unione di una squadra. È bello poter confrontarsi con i tuoi colleghi dopo un punto, e capire la loro opinione. Penso a Berrettini, il cui nome non è nell’albo d’oro della coppa che abbiamo vinto, ma che se ci fosse un modo per poterlo aggiungere ognuno di noi vorrebbe che ciò accadesse. Vederlo lì, seppur infortunato, rende l’idea di quanto fosse unito il nostro gruppo. E speriamo che sia solo l’inizio di una lunga scia di successi.

Jannik Sinner e la vittoria del primo Master 1000 (Canadian Open)

Jannik Sinner ricorda la vittoria del suo primo Master 1000, l'Open del Canada in finale contro quel Alex de Minaur che poi avrebbe sconfitto anche nel match decisivo della Coppa Davis: "Vincere a Toronto invece è stata una piccola liberazione: venivo da due Master 1000 persi in finale (sconfitte sempre a Miami, contro Medvedev e Hurkacz, ndr) ma è soltanto dopo aver vinto un torneo così importante che capisci la differenza che c’è tra vincere e arrivare secondo".

Jannik Sinner e la vittoria contro la bestia nera Tiafoe

"La vittoria a Vienna contro Tiafoe è stata un altro passaggio chiave: l’anno prima avevo servito per il match, ma mi ero fatto prendere dal nervosismo e finii per perdere un match che avevo in tasca - ricorda Jannik Sinner nel corso della sua intervista con Max Giusti nel gala del tennis - Col mio team abbiamo lavorato anche su questo aspetto: se perdo la concentrazione, devo essere bravo a ritrovarla subito. Pensare con la mia testa, non con quella degli altri"

Jannik Sinner e le vittorie contro Novak Djokovic

Novak Djokovic ha perso due volte (su tre) in singolare nell'ultimo mese contro Jannik Sinner: prima nel round robin delle Atp Finals di Torino, poi in semifinale di Coppa Davis con la maglia dell'Italia: "La prima è stata speciale, anche perché giocare e vincere davanti al pubblico italiano è stato incredibile. In Davis sapevamo di avere una grande chance, con la Spagna out e la Russia esclusa. Aver potuto annullare tre match point con le palle nuove è stato fondamentale, e sapevo di avere questa carta da giocare. La nostra Davis è stata complessa, sempre a rincorrere sin dalla tappa di Bologna. Ma alla fine abbiamo scoperto strada facendo che sta venendo fuori qualcosa di unico, ed è stato bello chiudere in gloria contro l’Australia".

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