Finanza
Il Fondo Monetario Internazionale riconosce lo yuan cinese

Lo yuan, con dollaro USA, euro, sterlina e yen, è ufficialmente una valuta di riserva riconosciuta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) ed entrerà a breve a far parte degli Special Drawing Rights.
Nel 1999 la nascita dell’euro portò alla sostituzione di marco tedesco e franco francese, mentre rimanevano dollaro, sterlina e yen. A quindici anni di distanza quindi un'altra moneta asiatica entra nel paniere dell'FMI: si tratta appunto dello yuan, detto anche renminbi, la valuta della Cina, sigla CNY (altra abbreviazione non conforme allo standard è RMB. Il nome renminbi significa "valuta del popolo").
Giuseppe Gabusi, Docente di International Political Economy e Political Economy dell'Asia Orientale e di Relazioni Internazionali dell'Asia Orientale dell’Università di Torino, ritiene possibile “l’ascesa dello yuan a valuta di riserva in sostituzione del dollaro, piuttosto che accanto al dollaro. Gli Stati Uniti, fortemente indebitati, non hanno molta possibilità di immettere liquidità nel sistema, ed è noto che è fondamentalmente questo tipo di interventi di emergenza che rende una valuta moneta di riserva del sistema economico internazionale”.
Anche Arvind Subramanian, del Peterson Institute for International Economics, sostiene che il renminbi soppianterà il dollaro molto presto, all'inizio del prossimo decennio.
I Diritti Speciali di Prelievo (DSP, Special Drawing Rights o SDRs) sono un importante asset finanziario globale: costituiscono l'oggetto di scambio valutario tra banche centrali e FMI. Il valore del paniere, creato allo scopo di sostituire l'oro nelle transazioni internazionali, deriva dai diversi pesi attribuiti alle valute che lo compongono. Non sono però una valuta ufficialmente riconosciuta.
Per alcuni questo proverebbe un'importanza ridotta dell’inserimento dello yuan, che però permette a Xi Jinping e alla sua dirigenza di dare forza alla retorica del Chinese Dream, basata sull'esaltazione del ruolo sempre più importante della Cina su scala globale. D’altra parte questa prima mossa potrebbe un giorno portare alla piena convertibilità dello yuan.
La direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha dichiarato che “la decisione di includere lo yuan è un riconoscimento delle importanti riforme e aperture al libero mercato che sono state fatte in Cina negli ultimi anni”.
Attualmente il paniere ha il dollaro USA come moneta principale, con un peso sul valore complessivo pari al 42%, seguito dall’euro (38%), dalla sterlina (11%) e dallo yen (9%). Nel report preliminare di luglio 2015, il FMI indicava che la valuta cinese potesse pesare tra il 14% e il 16%, ma oggi la stima più probabile è il 10,92%, a fronte del 41,73% del dollaro, del 30,93% dell'euro, del 8,33% dello yen e dell'8,09% della sterlina.
L’inclusione nel paniere, prevista per ottobre 2016, oltre ad avere un significato politico, ha anche notevoli risvolti pratici perché porterà Banche Centrali, gestori valutari e fondi sovrani a operare anche in yuan, generando notevoli flussi di capitali. In futuro è probabile che anche istituzioni private e investitori individuali inizieranno ad usare strumenti finanziari denominati in yuan.
Da un certo punto di vista il fatto che parte di queste risorse possano essere detenute in yuan dovrebbe portare a un’ingente domanda di valuta cinese, ma paradossalmente le previsioni degli analisti sono per un calo del suo valore a breve-medio termine. Il mondo finanziario comunque ha dato notevole credito alla Cina e al piano quinquennale annunciato dal governo per rendere il mercato finanziario cinese veramente competitivo.
La Banca del Popolo Cinese (PBOC) si è impegnata a mantenere lo yuan sostanzialmente stabile: “Relativamente a un eventuale deprezzamento del renminbi dopo la sua inclusione nel SDR, una simile preoccupazione non dovrebbe sussistere”, ha affermato Yi Gang, vice governatore della PBOC. Inoltre, in base alle dichiarazioni di Li Keqiang, attuale premier cinese, questa decisione contribuisce anche a rafforzare il mercato obbligazionario in yuan (formato dai cosiddetti "dim sum bond") di Hong Kong.
