"Il futuro? Molto positivo, ecco perché". Edoardo Boncinelli ad Affaritaliani.it - Affaritaliani.it

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"Il futuro? Molto positivo, ecco perché". Edoardo Boncinelli ad Affaritaliani.it

Protagonista del Festival di Capri dedicato al Futuro (20-27 luglio) ideato da Massimiliano Finazzer Flory, il filosofo e genetista Edoardo Boncinelli (autore del saggio "Noi siamo cultura - perché il sapere rende liberi" - Rizzoli) parla con Affaritaliani.it in anteprima, spiegando lo status della scienza in italia e "regalando" ai lettori qualche previsione (positiva!) sul futuro...

Qual è la "condizione" della scienza italiana? E' in una fase di stallo o la ricerca corre?
"Per quanto riguarda la fisica, procede abbastanza bene, mentre la biologia meno. Si tratta principalmente di una questione economica: i fisici hanno più soldi, una forte tradizione e il CERN di Ginevra. Comunque... si tira avanti".

Quali problemi ostacolano il progresso scientifico?
"L'assenza di soldi, l'edilizia e la meritocrazia completamente assente. Quest'ultimo è il problema più grosso".

Ci sono anche ostacoli culturali?
"Beh certamente. All'italiano medio non interessa per niente la scienza, anche se poi è il primo a servirsene, nella salute e nel diporto. Le verità scientifiche non sono ritenute tali, né dalla Chiesa né dagli spiritualisti, cioè dalla grande maggioranza degli italiani, che parlano di spirito e poi rubano o non fanno il loro dovere".

Come i giovani e la cultura devono immaginare il futuro? E che cosa è essenziale che si affermi culturalmente per un miglior futuro possibile?
"Il futuro non potrà che migliorare, anche se per ora non se ne vede alcun segno. Secondo me occorrerebbe educare gli italiani alla scienza fino dalla scuola materna. Non insegnarne i contenuti, ovviamente, ma le pratiche e la forma mentis. Davanti a un istogramma o a un confronto di percentuali l'italiano medio annaspa".

Prendendo spunto dal suo intervento al Festival di Capri le chiedo... Che cosa non sappiamo della scienza?
"Tante cose, ovviamente. Non sappiamo, per esempio, dove e come sono scritti i nostri ricordi, anche se sappiamo tantissimo dei dispositivi di memoria artificiali. Non sappiamo perché noi parliamo e gli scimpanzé no, anche se i nostri geni sono così simili. Non sappiamo perché nell'universo c'è tanta più materia che antimateria, e via discorrendo".  

La genetica su cosa si sta concentrando in questo momento?
"Sulla comparazione dei genomi di specie diverse, e sulle tecniche sempre più sviluppate di modificazione dei genomi stessi, vedi per esempio la tecnica denominata CRISPR".

Nel suo nuovo libro si parla anche di libertà. Come sono legate conoscenza e libertà?
"L'uomo parla sempre tanto di libertà, anche se non sempre sa quello che dice. Secondo me noi siamo abbastanza liberi perché il nostro sistema nervoso centrale è troppo complesso per poter essere controllato punto per punto da una qualsiasi istanza di carattere generale, genetica, biochimica o sociale. Come individui, in linea generale, più si sa e più si è liberi".

E' appena stata effettuata la prima fecondazione eterologa in una struttura pubblica italiana. Che cosa ne pensa? Quale messaggio vorrebbe che passasse su questo tema?
"Io sono per la libertà dei singoli, cioè per lasciarli a decidere da loro, nei limiti del possibile, ma questo non è il comune sentire italiano. Ma poi il progresso avanza sempre, a dispetto di tutto e di tutti. Meglio decidere che lasciare andare".

IL LIBRO - Che cosa fa di noi quello che siamo? Se è vero che buona parte della nostra vita è già scritta nel nostro codice genetico, è altrettanto innegabile che le nostre esistenze sono influenzate dall'ambiente che ci circonda e da un infinito numero di elementi puramente casuali sui quali abbiamo ben poco controllo. L'interazione di questi tre fattori (genoma, ambiente e caso) genera un numero potenzialmente infinito di individualità, ma questa ricetta sembra lasciare poco spazio alle nostre scelte personali: non siamo noi a comporre il nostro Dna, incidiamo sul mondo molto meno di quanto lui incida su di noi e - inutile dirlo - la nostra volontà è pressoché impotente davanti al caso. Eppure ogni giorno facciamo, pensiamo o diciamo qualcosa che rispecchia in pieno (nel bene o nel male) la nostra unicità. E nel nostro continuo tentativo di affrancarci dall'idea di un destino immutabile abbiamo un alleato: la cultura. Nel nuovo saggio "Noi siamo cultura - perché il sapere rende liberi" (Rizzoli), il genetista Edoardo Boncinelli difende a spada tratta la libertà degli individui, riflettendo sulla natura umana e concentrandosi sulla pulsione che più di ogni altra ci distingue dagli animali: la volontà di sapere, conoscere, definire e regolamentare. E ci dimostra che la cultura scientifica e quella umanistica contribuiscono in egual misura nello sforzo collettivo di interpretare la realtà, fornendoci al tempo stesso gli strumenti per comprenderla. "Noi siamo cultura" è un richiamo a dare un senso alla nostra libertà e un invito a coltivare l'umano bisogno di trasmetterla.