Aeroporti, dopo Bruxelles si cambia. L'Ue pensa al modello Tel Aviv

E' tempo di cambiare marcia e fare sul serio sul fronte antiterrorismo. Sembra essersene convinta anche l'Unione Europea, che pare pronta a rivoluzionare il sistema dei controlli negli aeroporti comunitari. Convocata infatti per giovedì una riunione urgente del comitato Ue per la sicurezza aerea. All'ordine del giorno la discussione su eventuali nuove misure di sicurezza all'ingresso degli aeroporti dopo l'attentato di Bruxelles della scorsa settimana.

L'Ue intende stringere le maglie sui controlli per impedire il verificarsi di un'altra tragedia come quella belga. I modelli ai quali ispirarsi sono sostanzialmente due: Tel Aviv e Mosca. Per quanto riguarda i controlli, è l'esempio israeliano quello preferito all'interno del comitato di sicurezza aerea. L'idea è quella di introdurre il metal detector all'ingresso degli scali con controlli obbligati per persone e bagagli. In tal modo si sarebbe evitata l'esplosione all'interno di Zavantem nell'area dei check in. Anche Mosca, d'altra parte, ha introdotto lo stesso sistema all'aeroporto Domodedovo dopo l'attentato del 2011 nell'area di ingresso.

Certo, ci sono anche fattori frenanti alla rivoluzione. Primo fra tutti il costo elevato che una simile innovazione comporterebbe. C'è poi chi sostiene che coi metal detector all'ingresso degli aeroporti si sposterebbe il problema al di fuori, con i kamikaze che potrebbero farsi esplodere tra le persone in coda all'esterno. Insomma, un serpente che si morde la coda. Un sistema utile potrebbe allora quello di istituire un filtraggio esterno con un cordone di polizia o di militari ma anche qui i costi sarebbero alti. Una cosa è certa: qualcosa bisogna fare.