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Affari Europei
Wikipedia, Italia spaccata su copyright.Salvini: "Bavaglio Ue".Pd: "Fake news"

Wikipedia, lotta al Parlamento Ue sulla votazione sul copyright

A Strasburgo va in scena la guerra del copyright. Una lotta senza quartiere all'ultimo voto che ha mobilitato tutti, da Wikipedia al vicepremier Di Maio, dagli editori dell'Enpa ai musicisti dell'Impala, tra chi parla di bavagli a internet e fa profezie sulla morte della Rete, e chi invece rivolge appelli a tutela della sopravvivenza della stampa libera e dell'industria creativa e culturale. In gioco, gli interessi miliardari dei giganti del web, da Google a Facebook, ma anche la remunerazione di chi, dai giornalisti agli artisti, lavora per produrre molti di quei contenuti che riempiono il web. E' lo scenario a poche ore dalla votazione sul copyright a Strasburgo, dove l'Europarlamento - completamente spaccato - è chiamato a decidere se dare o meno il mandato a negoziare con Commissione e Consiglio Ue il testo finale della riforma.

Salvini: "Nuove barriere dal Parlamento Ue"

"Oggi il Parlamento europeo potrebbe imporre nuove barriere, filtri e restrizioni alla rete, cercando di imbavagliare noi, ma soprattutto voi! Viva Internet libero! E pieno supporto a Wikipedia per l'azione di forza". Lo scrive su Twitter il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini. Nel mirino del ministro dell'Interno, la direttiva europea sul copyright. Insieme al messaggio di Salvini, sul suo profilo Twitter, e' stato aggiunto anche un ritaglio del live Facebook fatto martedi' a Siena. Nel video incorniciato in un 'cartello' dal titolo 'Bavaglio alla rete? No, grazie', il segretario leghista sostiene che "parte della rivoluzione" che sta facendo "e' grazie alla Rete"."E infatti - aggiunge - qualcuno in Europa vuole imbavagliare. Teniamo le orecchie aperte. Il bavaglio su Facebook, le fake news, il diritto di cronaca, il copyright: stanno cercando un modo per imbavagliare noi e soprattutto voi", sostiene, rivolto agli internauti, "perche'' torniate a informarvi solo dalle radio ufficiali, le televisioni ufficiali, i giornaloni ufficiali". "Un bacione alla Repubblica e l'Espresso che sono divertentissimi, se non ci fossero bisognerebbe inventarli", conclude, sarcastico. 

Eurodeputati Pd: "Mole fake news, si colpisce chi non tutela il diritto d'autore"

La nuova direttiva sulla riforma Ue del copyright "non censura gli utenti, non intacca la privacy dei consumatori e non favorisce filtri o monitoraggi indiscriminati". Lo sostengono gli eurodeputati del Pd alla vigilia del voto all'Europarlamento che domani si esprimera' sul mandato a negoziare con il Consiglio e la Commissione Ue. I parlamentari Dem hanno diffuso una tabella in cui ribattono punto per punto a quelle che considerano fake news e sostengono che e' "falso" che l'art.13 "avra' effetti sull'intera struttura Internet". Questo "riguarda esclusivamente le piattaforme che ospitano contenuti creativi coperti dal copyright e che ottimizzano tale materiale, facendo ingenti guadagni senza corrispondere nulla o molto poco ai titolari di diritti. Si escludono i servizi che non agiscono per scopi commerciali come Wikipedia, Dropbox e software open source".Secondo il Pd inoltre, e' "falso" che "l'art. 13 censura gli utenti", "non minaccia la liberta' di espressione o i diritti fondamentali" in quanto "le misure sono applicabili ai servizi che agiscono per scopi commerciali e indicizzano il materiale che viene condiviso sulle proprie piattaforme". Terzo, e' "falso" che "l'art. 13 intacca la privacy dei consumatori e i diritti fondamentali", ma "dice chiaramente che le misure previste non richiedono l'identificazione dei singoli utenti ne' tantomeno l'elaborazione dei dati personali in ottemperanza al Gdpr", il nuovo regolamento Ue sulla privacy entrato in vigore il 25 maggio. Ancora, e' "falso" che "l'art.13 favorisce monitoraggi indiscriminati, filtri", perche' questo "rifiuta la censura indiscriminata, privilegiando una cooperazione tra rete e proprietari di diritti per il rilascio di licenze su contenuti protetti da copyright o la rimozione degli stessi. E' "falso" infine che l'articolo 11 del testo imponga "una 'link tax': la norma "non pregiudica la possibilita' per gli utenti di condividere link di pubblicazioni giornalistiche sui social media. Non esiste alcuna 'link tax'".

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