Caso Pamela, la Cassazione conferma l'ergastolo per Innocent Oseghale

"Da sei anni aspettavo questo momento, è quello che speravo - è il commento della mamma di Pamela Mastropietro - Ma la mia battaglia non finisce qui"

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Cronache

Omicidio Pamela Mastropietro, la Cassazione rigetta il ricorso: ergastolo confermato

E' definitiva la condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale, accusato di omicidio e di violenza sessuale in relazione alla morte di Pamela Mastropietro, 18 anni, uccisa a Macerata il 30 gennaio di 6 anni fa. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione, rigettando il ricorso della difesa dell’imputato - detenuto nel carcere di Forli’ -che aveva chiesto l’annullamento della condanna decisa dalla Corte di appello di Perugia nel processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale. 

'Da sei anni aspettavo questo momento, è quello che speravo", commenta Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro. "Ma la mia battaglia non finisce qui", continua riferendosi al fatto che la famiglia della ragazza ha sempre pensato ci possano essere altre responsabilità.

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Amici e parenti della ragazza in mattinata si erano riuniti davanti alla Corte di Cassazione con uno striscione che recitava: "Giustizia per Pamela" Mastropietro e la foto sorridente della ragazza con una coroncina in testa per chiedere la conferma dell'ergastolo. Dalla condanna o meno per la violenza sessuale dipendevano infatti il calcolo della pena e la conferma dell'ergastolo.

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"Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni", recitava su uno striscione in piazza mentre un altro fa riferimento alla patologia della quale Pamela soffriva e per la quale si trovava nella comunità dalla quale si allontanò: "Il disagio non può essere un alibi per un massacro". A sostenere la mamma di Pamela in questa ultima tappa della vicenda giudiziaria anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa oltre 40 anni fa.

"Era il minimo stare qui, essere presenti e dare solidarietà ad Alessandra, che è rimasta sola, abbandonata anche dai media", spiega Pietro Orlandi. "Dopo sei anni spero ci sia giustizia al cento per cento", sottolinea Pietro, secondo il quale è assurdo che ci sia ancora qualcuno che metta in discussione la violenza sessuale. "Alessandra non potrà mai trovare la pace, ma mi auguro che un minimo di pace oggi possa trovarla con la certezza della pena", conclude Orlandi.