Clan Spada, la Cassazione conferma: "È mafia". Ostia, sentenza al maxiprocesso

I supremi giudici hanno inoltre disposto un nuovo processo d'Appello per l'omicidio di due esponenti di un clan rivale nel 2011

Cronache
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Ostia, la Cassazione conferma: "Il clan Spada è mafia". Nuovo processo per omicidio per Roberto, Ottavio e Carmine Spada

Il clan Spada è mafia. Lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione nella sentenza del maxiprocesso su 17 membri dell'organizzazione criminale di Ostia accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Luigi Birritteri, che aveva sollecitato la conferma dell'associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan del litorale.

I supremi giudici hanno inoltre disposto un nuovo processo d'Appello per l'omicidio di due esponenti di un clan rivale, 'Baficchio' (Giovanni Galleoni) e 'Sorcanera' (Francesco Antonini), commesso il 22 novembre del 2011, di giorno e nel centro di Ostia. Il processo di Appello bis riguardera' Roberto Spada, gia' condannato in via definitiva per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada detto 'Marco' e Carmine Spada. I ricorsi degli altri imputati sono stati dichiarati inammissibili o rigettati.

La corte ha dunque confermato sostanzialmente le pene inflitte. Il processo nasce dall'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Roma, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calo' e dal pm Mario Palazzi, che aveva portato il 25 gennaio del 2018 all'operazione 'Eclissi' con gli arresti eseguiti dai carabinieri e dai poliziotti della Squadra mobile. 

Libera: "La sentenza Spada riconosce lo scenario mafioso"

"La sentenza della Cassazione riconosce in via definitiva lo scenario mafioso che ha a lungo condizionato la realta' di Ostia, segnata dal radicamento del clan Fasciani e del clan Spada". E' il commento dell'avvocato Giulio Vasaturo, legale di parte civile dell'associazione Libera. "Questa pronuncia consegna alla storia una verita' processuale ora intangibile che vale a smentire quanti hanno sin qui minimizzato la presenza e la pervasivita' delle mafie nella citta' di Roma", ha concluso il penalista. 

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