Eredità Pippo Baudo, la segretaria risponde a Katia Ricciarelli con una diffida: "Era lui che non voleva parlarti"
Il conduttore ha diviso equamente l'eredità tra i figli e la storica collaboratrice
Eredità Pippo Baudo, la segreteria Dina Minna manda una diffida a Katia Ricciarelli: "Non voleva più neanche vederla!
L'eredità di Pippo Baudo fa discutere. Dalla lettura del testamento è emerso che il conduttore ha deciso di dividere equamente il suo patrimonio, stimato in circa 10 milioni di euro, tra i due figli Tiziana e Alessandro e la storica segretaria Dina Minna, che lo ha accompagnato nella vita personale e professionale per oltre 30 anni e gli è stato vicino durante la malattia.
Il fatto che la collaboratrice sia entrata nel testamento non è però piaciuto a Katia Ricciarelli, che come lei stessa ha sottolineato in quanto ex moglie di Pippo Baudo non aveva nessun diritto sull'eredità. "Se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere", ha dichiarato la soprano al Messaggero.
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"Ma se alla fine Pippo a Katia non voleva più neanche vederla!", sarebbero le parole di Dina Minna riportate daI Il Giornale. La segretaria del conduttore ieri ha poi mandato una diffida a Ricciarelli firmata dall'avvocato Jacopo Pensa, amico anche di Baudo, in cui si afferma che non era lei a impedire all'ex moglie di parlare con Baudo ma era lui a non volerci più niente a che fare. Il Corriere della Sera, però, riporta che anche molti amici di Baudo tra cui Loretta Goggi affermavano che era diventato quasi impossibile parlargli. Pare infatti che Minna filtrasse tutte le telefonate al conduttore.
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Nella diffida si chiede anche a Ricciarelli di abbassare i toni, a partire dalla intervista a Verissimo in programma sabato 13 settembre. Altrimenti, si passerà alle vie legali. L'avvocato Pensa poi chiarisce anche la questione dell'impossibilità di parlare con Baudo: "Non le viene neppure in mente che Dina altro non faceva che seguire le indicazioni di Pippo che non voleva sapere di avere contatti con lei. Innumerevoli sono gli esempi di tale sua volontà manifestata anche ad altre persone, tra cui annovero io stesso".