Femminicidio Verona, le chat di Jessica: "Mi picchia come un cane", "sono ferita ovunque"

La sorella della vittima rivela i messaggi choc che le mandava e aggiunge: "Lui tentò di violentarmi"

di Marco Santoni
Coltello
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Femminicidio Verona, spuntano le chat di Jessica. Quelle richieste d'aiuto inascoltate

Nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 2025, a Castelnuovo del Garda (Verona), la 33enne brasiliana Jessica Stappazzollo Custodio de Lima è stata uccisa dal compagno, il 41enne brasiliano Douglas Reis Pedroso, con "un numero smisurato" di coltellate. Ma questo omicidio forse si poteva evitare. Almeno stando a quanto dichiarato dalla sorella della vittima. A mostrare quelle chat di WhatsApp è stata ieri la sorella Laiza ospite del programma Ore 14 su Rai 2: "Mi scriveva che la picchiava per educarla, come se fosse un cane, come se non fosse niente". Pedroso è anche accusato di violenza sessuale nei confronti di Laiza per l’aggressione dello scorso 28 dicembre.

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"Non avevo passato il Natale con lei perché lui non la lasciava—ha raccontato in tv —. Ero andata a trovarla. Lui aveva bevuto un po’ troppo e si era drogato. Ha cercato di togliermi la felpa senza riuscirci. Sono scappata, ma mi sono ritrovata in una stanzina con lui dove cercava di afferrarmi in tutti i modi. Grazie al mio ragazzo sono potuta fuggire". Ma spuntano anche i messaggi che la vittima mandava al suo aggressore. "Sono tutta ferita per colpa tua, non riesco a deglutire la saliva, non voglio far fronte a questo, sono piena di ematomi". Dopo l’ennesimo pestaggio Jessica Stappazzollo chiedeva così pietà al suo compagno. Ma la pietà non c'è stata.

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