Garlasco, il legale di Stasi: "Cancellare l'alibi è un orrore, non un errore". La verità sull'impronta 33
Nuova udienza: il confronto sulla contaminazione e le tracce di Dna
Garlasco: Antonio De Rensis, Chiara Poggi, Alberto Stasi
Garlasco, l'alibi di Stasi e le tracce sulla spazzatura: nuovi sviluppi
Prosegue l'incidente probatorio all'interno della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, a distanza di 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi si cercano ancora nuove tracce da analizzare utilizzando nuovi strumenti all'avanguardia. Resta da completare l'analisi delle impronte rilevate sull'Estathè, sul sacchetto della spazzatura, sul sacchetto di biscotti e quello di cereali e che potrebbe essere effettuato - su richiesta della Procura di Pavia - da un altro dattiloscopista, esperto nel confrontare le minuzie che rendono inconfondibile ogni palmo. Sul fronte genetico si attende la conferma alla contaminazione (con un cadavere) - ammessa dalla Procura - rilevata sulla garza utilizzata per prelevare il Dna dalla bocca di Chiara Poggi.
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E sale l'attesa sui tempi del responso sull'attribuibilità o meno del Dna maschile trovato sui frammenti delle unghie della vittima. Nel corso della trasmissione “È sempre Cartabianca”, l’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis ha spiegato che l’attenzione che si ha verso il caso da parte degli italiani è legata al fatto che non si tratta solo di una vicenda giudiziaria ma anche di un caso sociale. "Io non sono d’accordo con chi dice comunque vada abbiamo perso – ha detto il legale – perché noi dobbiamo far capire, tramite questa indagine, ai nostri concittadini, che normalmente i carabinieri non cancellano gli alibi, che normalmente non cancellano le impronte dell’assassino, che normalmente repertano i capelli". “L’errore è una cosa – è l’accusa dell’avvocato di Alberto Stasi – poi c’è l’orrore. Cancellare un alibi è un orrore, non un errore".