Grillo jr, "nel cocktail di Silvia droga dello stupro". Perizia della difesa

L'esperto: "Dopo l'assunzione di alcol la sua capacità di autodeterminazione è scemata. Così si spiegherebbe il blackout della ragazza"

Cronache
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Grillo jr, "Nel cocktail di Silvia droga dello stupro". Perizia della difesa

Nuovi possibili guai per Grillo Jr e i suoi tre amici accusati di stupro di gruppo nei confronti di Silvia, una ragazza conosciuta in una discoteca in Sardegna nel luglio del 2019, durante le vacanze estive. A pochi giorni dall'udienza preliminare per il figlio del garante del M5s e altri tre ragazzi, l’avvocata Giulia Bongiorno, che difende Silvia, - si legge sul Corriere della Sera - ha depositato la consulenza firmata dal professor Marinelli. E per la prima volta dall’inizio delle indagini in questa vicenda compare, sia pure «in linea teorica» e in un documento di parte, l’ipotesi dell’utilizzo della droga dello stupro mai avanzata dagli inquirenti. Il consulente ci arriva ragionando sul blackout legato all’assunzione di alcol: "un’amnesia — spiega l'esperto — senza la perdita di coscienza e la capacità di compiere azioni complesse come conversare, guidare, avere rapporti sessuali e perfino uccidere".

Silvia - prosegue il Corriere - ha sempre raccontato di essere stata costretta a bere da una bottiglia un cocktail di vodka e lemonsoda poco prima della violenza di gruppo. Era presente a se stessa fino a decidere del sesso consenziente, come dicono i ragazzi? Dopo calcoli sul livello di alcolemia, tabelle e indicazioni scientifiche, il professore ha dedotto che no, «non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo» poiché l’alcol «scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione». E la valutazione va oltre. Il docente ritiene che sia «presumibile con alto grado di probabilità, che i presenti fossero tutti coscienti della sua temporanea incapacità di autodeterminazione».