Loggia Ungheria, spunta una seconda assistente di Davigo. "Scoppia la bomba?"

Sentita dai pm che indagano sulla fuga di notizie. Befera: " Lui ci parlò di quelle carte e dell’immobilismo a Milano"

Piercamillo Davigo
Cronache
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Csm, una seconda assistente di Davigo. "Scoppia la bomba?"

Il caso Amara e i verbali tenuti segreti sulla presuna Loggia Ungheria, si arricchisce di un nuovo capitolo. Spunta adesso - si legge sul Corriere della Sera - una seconda assistente dell'ex pm Piercamillo Davigo, e anche lei a quanto emerge dal suo interrogatorio era al corrente dell'esistenza di questo dossier. "Davigo — racconta Befera - mi disse che ne aveva parlato con il vicepresidente del Csm, e so che anche la Contrafatto (l'altra assistente ndr) era a conoscenza dei verbali. Mi disse che sapeva dove erano collocati, cioè nella stanza di Davigo, in uno scaffale posto in basso". Con i pm la Contraffatto finora ha preferito tacere, e nella perquisizione a casa sua gli investigatori della Guardia di finanza non hanno trovato altri atti giudiziari, tra cui trascrizioni di colloqui registrati «privatamente» di coimputati di Amara, come l’imprenditore romano Fabrizio Centofanti e l’avvocato siciliano Giuseppe Calafiore, che fanno parte di un procedimento della Procura di Milano.

"Il consigliere Davigo - continua Befera e lo riporta il Corriere - nel maggio 2020 mi disse che aveva deciso di rompere i rapporti con il consigliere Ardita perché gli era stato consegnato un verbale di dichiarazioni rese alla Procura di Milano in cui il nome di Ardita era associato a una loggia; non ricordo se mi disse chi gli avesse consegnato i verbali. Parlò anche di un certo immobilismo della Procura di Milano. Non ricordo se mi fece il nome di Amara come soggetto che aveva fatto quelle dichiarazioni". A dicembre 2020, il giorno di Natale, Befera scrisse un messaggio a Contrafatto per chiederle: "La vuole far scoppiare o no sta bomba?".