Miller e Malkovich in mostra a Milano omaggiano 34 maestri della fotografia

Una galleria di 61 immagini, omaggio a 34 autori di cui sono esposte le  riproduzioni delle fotografie fonte d’ispirazione ai diversi scatti

di Simonetta M. Rodinò
Sandro Miller – Philippe Halsman, Salvador Dalì 1954
Culture
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“Sandro Miller. Malkovich, Malkovich, Malkovich. Homage to Photographic Masters”: Il fotografo americano è ospite con una mostra alla Fondazione Stelline di Milano fino al 6 febbraio

Cos’è l’appropriazione dell’opera e quella indebita, dove si trova la soglia tra finzione e realtà e dove entra in scena l’ironia? A queste tematiche risponde Sandro Miller con i suoi lavori.

Nato nel 1958 a Chicago, da madre nativa di Ferentino, in Ciociaria, si è presto affermato come autore di reportage, collaborando con la Steppenwolf Theatre Company, dove stringe un’amicizia fraterna con l’attore, oggi 68enne, John Malkovich.

Il progetto nasce dall’idea di voler ricreare alcune delle immagini che lo hanno maggiormente ispirato e formato come fotografo, a partire dallo scatto realizzato da Irving Penn - uno dei maestri che più ha influenzato la sua carriera - a Truman Capote nel 1965.

Sandro Miller Annie Leibovitz, Meryl Streep New York City, 1981
 

Così, ecco John Malkovich impersonare, anni dopo, lo scrittore e drammaturgo americano nella stessa posizione, stessa illuminazione, stesso abbigliamento…

Un rendere omaggio dunque non all’intero lavoro dei singoli fotografi, ma a un’immagine che ha segnato Sandro Miller, per una ragione che sa soltanto lui. Che ha deciso di replicare questi scatti, con la complicità del suo grande amico Malkovich, in grado di interpretare magistralmente sia Simone de Beauvoir mentre si guarda allo specchio, sia Stravinsky seduto al suo pianoforte. 

Entrando in sintonia con soggetti, autori, stili e linguaggi, Malkovich anima il trasgressivo Autoritratto di Robert Mapplethorpe (1983), il celebre crocifisso di Andres Serrano (1987), la pop art di Andy Warhol e la fragranza dell’estro frizzante di Jean-Paul Gaultier immortalata da Pierre et Gilles (1990).  

Indossando un pellicciotto intorno al volto, diventa il Mick Jagger di David Bailey (1964) o ancora, nudo e coperto di api, si tra¬sforma nel celebre Beekeper di Richard Avedon (1981). Eccolo poi trasformarsi nel Che Guevara di Alberto Korda (1960) e nel maestro del brivido Alfred Hitchcock ritratto con ironia da Albert Watson (1973), ma anche nel Jack Nicholson dietro il trucco di Joker per Herb Ritts; e ancora la sua versa¬tilità gli permette di abbracciare la sua Yoko Ono (un’amica di entrambi), mettendosi a nudo come John Lennon per l’obiettivo di Annie Leibovitz, in quello scatto pluripremiato realizzato qualche ora prima del suo assassinio nell’Upper West Side a New York. Era il 1980.

Si tratta di un gioco, ma di un gioco serio. Miller e Malkovich restano vicini alla realtà e riproducono la scena con i medesimi mezzi di cui dispose in precedenza l’autore dell’immagine ripresentata. Uno scenario ricostruito, qualche oggetto assomigliante, persino identico, oppure ricreato per l’occasione; poi ore di maquillage cui l’attore si sottopone per giungere il più vicino possibile all’originale. Fino a far passare la finzione sopra la realtà.

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Sandro Miller, Robert Mapplethorpe Ken Moody e Robert Sherman, 1984
 

Sandro Miller. Malkovich, Malkovich, Malkovich. Homage to Photographic Masters

Fondazione Stelline - Corso Magenta 61 - Milano

5 novembre 2021 – 6 febbraio 2022

Orari: martedì - domenica 10.00 – 20.00

Biglietti: Intero: €10,00; Ridotto: € 8,00

infoline:  +39.02.45462.411
www.malkovichmilano.it