Debito sovrano e mercati in attesa: Fitch valuta l’Italia, ecco come sono andati i rating precedenti

L'agenzia di rating statunitense, Fitch, è chiamata a valutare l’Italia: stabilità politica e conti pubblici sotto i riflettori

di Elisa Mancini
Meloni e le agenzie di rating
Economia

Fitch valuta l’Italia: ecco i precedenti giudizi delle principali agenzie

È attesa in serata, a mercati chiusi, la decisione di Fitch sul rating dell’Italia. Una valutazione seguita con particolare attenzione dagli operatori, soprattutto dopo il recente declassamento della Francia ad A+, che ha acceso i riflettori sulla tenuta dei conti pubblici europei. Intanto, ecco i giudizi più recenti espressi sull’Italia negli ultimi mesi.

Moody’s, il 23 maggio 2025, ha alzato l’outlook dell’Italia da stabile a positivo, mantenendo il rating a Baa3, livello in cui si trova da sette anni.

S&P, l’11 aprile 2025, ha fatto un passo ancora più deciso: upgrade del giudizio da BBB a BBB+ con outlook stabile. L’agenzia ha premiato la combinazione di stabilità politica e mercati ordinati, sottolineando come il governo Meloni, forte di una maggioranza solida e di una longevità inedita nella recente storia italiana, abbia garantito continuità. Nonostante la crescita limitata allo 0,6% per il 2025, le proiezioni indicano un rapporto debito/Pil in stabilizzazione dal 2028.

Fitch, il 5 aprile 2025, aveva confermato il rating a BBB, ma con outlook positivo, un segnale di fiducia che ora potrebbe tradursi in un ulteriore passo avanti. Un altro segnale favorevole era arrivato già nell’autunno precedente: il 25 ottobre 2024 DBRS aveva confermato il rating sull’Italia, alzando però il trend a positivo.

Questi miglioramenti non sono scontati. L’ultima vera promozione del rating sovrano italiano risale al dicembre 2021, quando Fitch alzò il giudizio da BBB- a BBB, pochi mesi dopo l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi e in piena fase di Recovery Fund.

Prima ancora bisogna tornare al 2017, quando S&P aveva migliorato il voto da BBB- a BBB durante il governo Gentiloni, nel momento in cui l’Italia cominciava a uscire dalla doppia crisi del debito e delle banche.

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Il percorso di questi mesi mostra come le agenzie stiano progressivamente riconoscendo al Paese maggiore affidabilità. Ora resta da vedere se Fitch, alla luce delle recenti mosse di Moody’s e S&P, deciderà di rompere gli indugi e consegnare all’Italia un nuovo miglioramento del giudizio.

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