Rating Italia, Fitch verso l’upgrade. De Bellis (Equita): "Grandi vantaggi per gli investitori, da tenere d'occhio i Btp a lunga scadenza" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:31

Rating Italia, Fitch verso l’upgrade. De Bellis (Equita): "Grandi vantaggi per gli investitori, da tenere d'occhio i Btp a lunga scadenza"

Il quadro per l’Italia resta positivo, con spread bassi, outlook positivo delle agenzie di rating favorevole, ma la disciplina fiscale resta essenziale per evitare rischi. L'intervista a Luigi de Bellis, responsabile del research team di Equita

di Rosa Nasti

Fitch segnala da tempo margini di miglioramento e potrebbe alzare il rating a BBB+

Con Parigi alle prese con il downgrade firmato Fitch, il debito tricolore si prende la scena. Mentre la Francia scivola da AA- ad A+ (un taglio già digerito dai mercati), Piazza Affari si conferma tra le star del 2025. L’Italia, unica tra i big dell’eurozona, mostra un avanzo primario positivo (+0,7% del PIL), in netto contrasto con i deficit di Francia (-3,1%), Germania (-2,2%), Spagna (-0,1%) e con la media europea (-1,5%).

In questo scenario, gli analisti guardano a Fitch, che già il 19 settembre potrebbe alzare il giudizio sull’Italia (oggi ferma a BBB con outlook positivo). E non è escluso che anche Moody’s e Dbrs decidano di seguire la stessa scia. Di prospettive, rischi e opportunità Affaritaliani ne ha parlato con Luigi de Bellis, responsabile del research team di Equita.

Che cosa significherebbe un aumento del rating per l’Italia?

Un upgrade del rating da parte di Fitch (da BBB a BBB+) rappresenterebbe un riconoscimento della solidità dei conti pubblici italiani, della disciplina fiscale e della credibilità delle politiche di bilancio. L’Italia si distingue oggi come l’unico grande Paese dell’Eurozona con un avanzo primario positivo (+0,7% del PIL nel 2025), una traiettoria del debito sotto controllo e un deficit in calo (previsto al 3,3% nel 2025). Questo miglioramento rafforzerebbe la percezione di stabilità e affidabilità del Paese presso investitori e istituzioni internazionali.

Quali potrebbero essere le conseguenze sui mercati in caso di promozione?

L’impatto immediato sui mercati sarebbe probabilmente contenuto, poiché gran parte del miglioramento è già stato incorporato nei prezzi: lo spread BTP-Bund è ai minimi dal 2020, ben sotto i livelli pre-Covid, e la domanda alle aste di BTP resta robusta. Tuttavia, un upgrade favorirebbe soprattutto i BTP a lunga scadenza, con un rinnovato interesse degli investitori istituzionali.

Benefici anche per il settore bancario italiano e i titoli del risparmio gestito, grazie alla rivalutazione dei BTP nei portafogli e alla riduzione del costo del funding, seguite dalle utilities regolate, che potrebbero vedere migliorare il proprio rating grazie al “tetto” rappresentato dal rating sovrano. Anche il costo del debito per le grandi aziende potrebbe ridursi, migliorando la redditività e la capacità di investimento.

Come potrebbero valutare la situazione e quali opportunità potrebbero cogliere?

Gli investitori internazionali stanno già premiando l’Italia per disciplina fiscale e stabilità politica, come dimostrano la forte domanda di titoli di Stato e la riduzione degli spread. Un upgrade rafforzerebbe ulteriormente la fiducia, rendendo i BTP ancora più appetibili, in particolare sulle scadenze lunghe.

Come potrebbe reagire Piazza Affari?

La reazione della Borsa italiana sarebbe positiva, ma probabilmente limitata nel breve termine, dato che il mercato ha già scontato buona parte del miglioramento.

Quali impatti concreti e come potrebbero reagire le grandi aziende?

Per le grandi aziende, un upgrade del rating sovrano si tradurrebbe in un costo del debito più basso, migliore accesso ai mercati finanziari e maggiore competitività internazionale. Le utilities regolate potrebbero beneficiare direttamente di un miglioramento del proprio rating, mentre per le aziende non regolate l’effetto sarebbe più indiretto ma comunque positivo, grazie a un contesto di tassi più bassi e minore rischio Paese.

In generale, il quadro per l’Italia resta positivo, con spread bassi, outlook positivo delle agenzie di rating favorevole, ma la disciplina fiscale resta essenziale per evitare rischi. Il 2026 sarà un anno chiave per la finanza pubblica italiana, con l’obiettivo di portare il deficit sotto il 3% del PIL e uscire dalla Procedura per Disavanzo Eccessivo.

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