Eurozona, i tassi della Bce sostengono banche italiane e spagnole

In Italia Intesa San Paolo e Unicredit hanno fatto registrare aumenti pari rispettivamente al 65,5% e 43,3%; significativi se paragonati al 2022 (meno dell'8%)

di Daniele Rosa
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Economia

Eurozona, i tassi alti favoriscono gli istituti bancari, in particolare italiani e spagnoli

Gli alti tassi di interesse, schizzati dal luglio 2022 con le decisioni della Bce, hanno favorito parte del sistema bancario. In Europa gli istituti bancari che meglio hanno saputo approfittare del periodo eccezionale sono stati quelli italiani e quelli spagnoli. Infatti se si prendono in considerazione gli incrementi di redditività, gli istituti che hanno migliorato il proprio ROTE (return of tangible equity) sono stati i nostri Unicredit (quasi sette punti), Intesa San Paolo e poi in Spagna ING, Bankinter e CaixaBank. Tra le spagnole, oltre a queste ultime, quelle che più hanno goduto del momento sono state Ibex – Banco Santander, BBVA, Banco Sabadell. Per contro le banche francesi e quelle tedesche sono rimaste abbastanza ferme. Inoltre, le due grandi entità tedesche, Deutsche Bank e Commerzbank, sono ancora sotto la doppia cifra.

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Eurozona, i tassi variabili hanno favorito maggiori entrate

I motivi che hanno favorito i sistemi bancari italiani e spagnoli sono spiegati dai tecnici: nei due Paesi vi è stata una più forte rivalutazione dei loro attivi rispetto al resto dei grandi enti comunitari che ha rivisto l’aggiornamento delle rate ipotecarie sui prestiti a tasso variabile. In entrambi i Paesi questo tipo di tassi era ancora il più utilizzato. Questi crediti fanno normalmente riferimento all’Euribor e vengono rivisti una volta all’anno. L’utile viene messo alla voce margini di interesse e reddito creando un’indiscutibile profittabilità. Sui risultati i commenti di alcuni numeri uno di grandi gruppi sono stati improntati però al realismo "Abbiamo una redditività adeguata e ragionevole, aumentata perché provenivamo da livelli molto bassi, in ogni caso rimaniamo ancora lontani da quelli raggiunti dalle banche americane e soprattutto l’aumento della redditività ancora non pare riuscire a coprire il costo del capitale”.

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Eurozona, in Italia Unicredit e Intesa San Paolo con i maggiori aumenti

Sul territorio italiano i due grandi istituti bancari, Intesa San Paolo e Unicredit, hanno fatto registrare aumenti pari rispettivamente al 65,5% e 43,3%. Aumenti importanti soprattutto se paragonati a quelli del 2022 pari a meno dell’8%. Il futuro, nel  breve termine, sembra poter mantenere ancora spazio per qualche aumento in termini di redditività. La chiave di volta per crescere in questo senso dovrebbe passare, secondo molti, per il contenimento del costo dei depositi. Secondo la BCE, a settembre le banche spagnole hanno pagato il 2,33% sui depositi a termine delle famiglie fino a un anno, quelle francesi il 3,66% e le italiane il 3,54% rispetto ad una media del 3,09% dell'Eurozona. 

Certo è che, nonostante Bce e Fed probabilmente non continueranno nella loro strategia di aumenti, i tassi di interesse dovrebbero mantenersi elevati per diverso tempo ancora. Se questa non è certo una buona notizia per i clienti, nondimeno potrebbe invece non essere del tutto spiacevole per il sistema bancario che, comunque, ha dovuto fronteggiare (così come tutti i settori industriali e non), anni complicati.