Ex-Ilva, ora lo spettro si chiama Inps: da pagare contributi e Iva entro il 16

Le aziende appaltatrici dell'Ex Ilva sono in stallo dall'ormai lontano 19 gennaio: non c'è una chiara programmazione delle attività

di Redazione Economia
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EX ILVA, MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A TARANTO PER IL RISCHIO DI CHIUSURA
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Ex-Ilva, ora lo spettro si chiama Inps: da pagare contributi e Iva entro il 16 marzo

Il comparto tarantino precedentemente affiliato all'ex Ilva è pronto a manifestare nuovamente la propria insoddisfazione in mancanza di segnali positivi riguardo alla risoluzione della vertenza in corso. Le aziende sono in stallo dall'ormai lontano 19 gennaio. Acciaierie d'Italia ha in sospeso 120 milioni di euro di fatture per servizi già eseguiti e nella scorsa settimana ha iniziato a ritirare il materiale e le attrezzature dallo stabilimento siderurgico. Questo è quanto riporta La Gazzetta del Mezzogiorno. Aigi, l'associazione guidata da Fabio Greco che rappresenta circa l'80% delle imprese legate al settore dell'acciaio, "ha fiducia nel lavoro svolto dal Governo, dalla Sace e dai commissari straordinari di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria al fine di trovare una soluzione per la complicata questione dei crediti accumulati dalle aziende del comparto". 

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"Una soluzione - spiega Greco - che permetterebbe la continuità operativa delle aziende appaltatrici dell'ex Ilva e la ripresa delle attività produttive dello stabilimento siderurgico. L'approvazione degli emendamenti al decreto, seppur parziale, ne è un segno tangibile". Dopo il vertice convocato in prefettura a Genova con il Ministro Adolfo Urso e la partecipazione del presidente Fabio Greco, l'associazione Aigi ora attende la convocazione imminente di un tavolo tecnico con la Sace, i rappresentanti del Governo, Ifis, le istituzioni bancarie, i commissari e la Regione Puglia, al fine di discutere e condividere una soluzione che consenta alle aziende di cedere in pro soluto i crediti alle banche, con la garanzia del gruppo assicurativo finanziario controllato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, come previsto dal decreto legge "9/24" già approvato. Oggi la discussione riparte alla Camera per la successiva approvazione, che dovrebbe avvenire entro il 18 marzo. 

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"La situazione è molto critica ad oggi - aggiunge il presidente di Aigi, Greco -. Aziende e lavoratori non possono andare avanti dopo due mesi di inattività. Questo non era mai accaduto prima. Le aziende sono bloccate perché non vengono pagate e non c'è una chiara programmazione delle attività e delle forniture di materie prime, il che renderebbe impossibile garantire ordini che permetterebbero loro di riprendere l'attività lavorativa". Nel frattempo, i proprietari delle aziende hanno richiesto la cassa integrazione per cercare di salvare la situazione. Tuttavia, come spiega Greco, "la cassa integrazione per i 2.600 lavoratori non è stata ancora approvata dall'Inps in attesa che il decreto diventi operativo, e le scadenze per il pagamento dei contributi previdenziali, finanziari e dell'IVA sono in arrivo il giorno 16, tra una settimana". 

"Ciò comporterà che le aziende che non saranno in regola con il Durc non potranno partecipare a eventuali gare d'appalto, il che renderebbe difficile la diversificazione produttiva. È evidente più che mai la mancanza di prospettive per il settore" conclude Greco. Aigi, dopo aver discusso con la Sace che ha confermato l'impegno e promesso di presentare una soluzione nei prossimi giorni, ha convocato urgentemente il proprio gruppo di lavoro tecnico. "Abbiamo elaborato una nuova proposta - conclude Fabio Greco, presidente di Aigi - che offre soluzioni per il pagamento dei crediti arretrati e la ripresa delle attività, garantendo il tanto atteso rilancio della produzione".