Ex Ilva, arrivate sei offerte (tre sono di aziende italiane). Chi sono i colossi in campo per salvare Taranto
C'è interesse per aggiudicarsi l'acciaieria e non solo. Si guarda anche a Genova e Novi Ligure
Adolfio D'Urso
Ex Ilva, per Taranto l'aria è cambiata: ora al progetto credono in tanti
Il vertice di metà agosto voluto dal ministro del made in Italy Adolfo Urso ha scongiurato la chiusura dell'ex Ilva di Taranto e messo in salvo tutti i lavoratori. Accordo raggiunto tra tutte le parti in causa per garantire un futuro all'acciaieria. Per questo è stato aperto un nuovo bando e le buste si apriranno a metà settembre. Ma filtrano già notizie rassicuranti, ci sarebbero addirittura ben sei offerte per l'ex Ilva e di queste, tre sarebbero provenienti da gruppi italiani. Ma con delle differenze. Tre di questi gruppi starnieri, infatti, puntano all'intero pacchetto. Si tratta di: Baku Steel, Jindal e Bedrock. L'interesse riguarda anche le acciaierie di Genova e Novi Ligure. Poi ci sono altre tre aziende che invece sono più interessate a singoli asset: Marcegaglia, Eusider e Sideralba.
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Lo stabilimento di Taranto - riporta Il Messaggero - ha intrapreso un percorso di decarbonizzazione, inserito prima nell’Aia autorizzata a luglio e in seguito nell’accordo storico firmato il 13 agosto 2025 tra il governo nazionale ed enti locali. Atti che rispetto al passato rendono la transizione un obbligo vincolante per chi compra. Per lo stabilimento di Taranto, per esempio, l'accordo prevede lo spegnimento degli altiforni alimentati a carbone, la loro progressiva sostituzione con forni elettrici a basse emissioni, una riduzione della produzione (passata da 8 a 6 milioni soltanto nel sito pugliese) per rispettare l'ambiente e la salute, salvaguardando l'occupazione.