Exor, Margherita Agnelli chiede chiarimenti su atti della cassaforte Dicembre

La primogenita dell'Avvocato deposita memoria in cui chiede verifiche sulla regolarità di atti sulla società in mano ai figli John, Lapo e Ginevra Elkann

Economia
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La saga della famiglia Agnelli sull’eredità dell’Avvocato sembra sul punto di riesplodere. Al centro la cassaforte Dicembre, una "società semplice”, le cui quote sono in possesso per il 60% al presidente di Exor, Stellantis e Ferrari, John Elkann e per il 40%, diviso in parte uguali, fra i fratelli Lapo e Ginevra. Non una semplice società però perché da qui a cascata parte la catena che, attraverso il 38% della holding olandese Giovanni Agnelli Bv, arriva a Exor che ha in pancia un portafoglio miliardario con il 14,4% del colosso automobilistico Stellantis, il 23% di Ferrari, il 27% di Cnh, il 100% di PartnerRe e il 64% di Juventus.


 

Secondo quanto fa sapere il Corriere della Sera, che è entrato in possesso di una copia di una memoria consegnata il 15 luglio al Tribunale di Torino da parte di Margherita Agnelli, primogenita di Gianni e di Marella Caracciolo, i documenti della società Dicembre di John Elkann “non risulterebbero conformi alla normativa di settore”. 

Per Dario Trevisan, legale della figlia dell’Avvocato “risulta che nessuna delle scritture private sia stata depositata in originale o che si trovi in deposito notarile”. “Quanto, poi, alle attestazioni del notaio - prosegue Trevisan sul Corriere - non risulta che queste si possano qualificare quali effettive ‘copie autentiche’, anche per estratto, degli atti che si intendono iscrivere”.


 

Uno su tutti, la cessione del 2004, dopo la morte del padre, della quota del 33% di Dicembre di Margherita alla madre (morta il 23 febbraio 2019), in cui la primogenita dell’Avvocato  (deceduto il 24 gennaio 2003) vende per 105 milioni il pacchetto azionario, uscendo dalla società (più ville, immobili, titoli e opere d’arte per 1,16 miliardi, in cambio della rinuncia all’asse ereditario). Passaggio al termine del quale Marella  cede tutto ai nipoti, mantenendo l’usufrutto e di cui si è avuto da poco notizia e che ha portato John Elkann scelto dal nonno per gestire l’impero di famiglia al 60% di Dicembre. 

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Di questo atto, spiega il CorSera, nella memoria si dice che “il documento esibito alla Camera di Commercio non è conforme all’originale”. Il motivo di questo nuovo blitz legale di Margherita dopo la lunga guerra sull’eredità dell’Avvocato in cui nel 2007, ritenendo di essere stata tenuta all’oscuro dell’esatto patrimonio del padre, chiese in tribunale l’annullamento dell’intesa e un rendiconto completo di beni e attività, pretese poi bocciate in tutti i gradi?


 

Dall’entourage della madre dei rampolli Elkann filtra che  la richiesta di verifiche sulla regolarità degli atti storici su Dicembre (depositati con un ritardo di 20 anni) sia solo motivata dalla voglia di accertarne la correttezza e la trasparenza, ma, conclude il quotidiano di via Solferino, secondo la versione che circola in ambienti finanziari torinesi è un nuovo appiglio per  rimettere in discussione gli assetti della cassaforte miliardaria della famiglia.

Dunque, dopo aver "costretti" i figli al deposito degli atti storici, infatti ora il nuovo pressing sulla società chiede verifiche sulla loro regolarità dei documenti, domandando al giudice di Torino la disposizione di un'integrazione o una regolarizzazione degli atti da parte della Dicembre.