Federica Nargi, la sua società non decolla. L'ex velina e il compagno Matri sborsano 300 mila euro per tenerla in piedi

Per il secondo anno consecutivo Nargi e Matri hanno dovuto versare cash a copertura delle perdite

di Affari&Maranza
Economia

Narmat, la società di Federica Nargi (e del compagno Alessandro Matri) non decolla

Niente trucco, niente incasso: l’azienda di cosmetica creata da Federica Nargi in collab con Alessandro Matri non decolla e la coppia ci rimette 300mila euro. Sì, forse il volumizzante promosso dalla Nargi fa effetto sulle labbra, ma non sui conti della sua società. Che chiude per il secondo anno di fila in rosso. E non è un rossetto, è un rossone.

Allora, con ordine. Sai chi è Federica Nargi, ex velina e celebrity. Sai chi è Alessandro Matri, ex calciatore ora opinionista in tv. Sai pure che stanno insieme oramai da più di 15 anni. Ebbene, i due a un certo punto hanno unito amore e business, fondando nel giugno 2022 la Narmat srl, società che ha come oggetto il commercio elettronico di cosmetici. Nargi ha il 67% delle quote ed è amministratrice unica. Matri possiede il restante 33%. Nel business, con l’incarico di procuratore speciale, è coinvolto anche suo fratello Alberto, che è un consulente finanziario.

Le vendite elettroniche della family Nargi-Matri avvengono con il brand “Sobea cosmetics”, che fa capo alla Narmat, sigla che nasce dalla crasi dei loro due cognomi (che carini, loro!). Ma qui più che crasi, c’è crisi.

Guardiamo i numeri. Il bilancio appena depositato è un pianto, ci vuole un mascara waterproof. Nel senso: sale il fatturato, passando in un anno da 356mila a 480mila euro. Ma crescono di più le spese. Erano 439mila nel 2023, hanno sforato quota 600mila nel 2024. Sicché anche quest’anno Fede Nargi chiude i suoi affari in perdita.

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Il rosso raddoppia. Mentre nel 2023 era arrivato a quota 70mila, quest’anno il buco è di 132mila euro. E si assottiglia ancora di più il patrimonio netto, passando da 17mila a 10mila euro.

Per il secondo anno consecutivo Nargi e Matri hanno dovuto versare cash a copertura delle perdite. In totale, in due anni, sono stati immessi liquidi per 305mila euro. Qualcosa è stato recuperato, qualcosa no: a dicembre 2024 i soci hanno rinunciato a parte di un finanziamento infruttifero di 125mila euro. E cresce anche l’esposizione con le banche, che a fine anno è arrivata a quota 188mila euro. In magazzino aumenta il valore dell’invenduto, che arriva a sfiorare i 170mila euro. 

Ma c’è speranza per il futuro. Nargi ci crede. L’amministratrice della Narmat, nella nota integrativa, vede rosa (non solo rosso). E precisa che, nella seconda parte del 2024 e a inizio 2025, sono state intensificate le attività commerciali e sono stati sottoscritti nuovi contratti per rendere più capillare la distribuzione.

Nel frattempo la società ha aderito per il biennio 2024 e 2025 al concordato preventivo biennale, che permetterà di mantenere le imposte costanti anche a fronte di maggiori guadagni (nel 2024 sono stati versati 5mila euro). In attesa di sistemare i conti, almeno un make up delle tasse.

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