Geox, le scarpe respirano "a fatica": bilanci in calo e punti vendita ridotti. Dentro la crisi
Il piano industriale prevede anche tagli al personale
Geox, tra tagli al personale e ridimensionamento. Il piano per uscire dalla crisi
Cosa sta succedendo a "Geox" la nota azienda calzaturiera famosa per il suo motto "la scarpa che respira"? Ultimamente, stando alla metafora del suo payoff però il marchio respira un po' a fatica, sembrano lontani gli anni d'oro. L'azienda fondata da Mario Moretti Polegato attraversa una delle fasi più complesse della sua storia, con bilanci in calo, punti vendita ridimensionati e un piano industriale che prevede tagli significativi al personale. Negli ultimi anni il modello di business - riporta Tiscali - ha iniziato a scricchiolare, riflettendo un mercato profondamente mutato e una concorrenza sempre più agguerrita. La pandemia ha accelerato il boom dell’e-commerce e del mercato sneaker, mentre Geox è rimasta più ancorata al negozio fisico e a un'immagine tradizionale.
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Molti store monomarca e in franchising, soprattutto in Europa, registrano margini insufficienti. Da qui il ridimensionamento della struttura. La fotografia della crisi passa anche dai numeri sul personale. È stato sottoscritto, ad esempio, nel centro di Montebelluna (Treviso), un accordo tra l’azienda e le sigle sindacali per la gestione di 130 esuberi su circa 500 dipendenti della sede centrale. Gli esuberi sono parte di un piano di riorganizzazione volto a contenere le spese sino al 30%.
Il futuro di Geox resta aperto: la crisi non è ancora definitiva, ma il tempo per reagire è limitato. Le sfide principali consistono nel ritrovare un’identità distintiva e innovativa capace di differenziare il marchio, nel modernizzare la distribuzione e il modello produttivo, e nel gestire le chiusure o i ridimensionamenti senza innescare un effetto domino negativo sull’azienda.