Ita, 90 mln per il marchio Alitalia: l'ultimo volo dopo 75 anni tra i cieli

Al vaglio del Mise la decisione su brand e ramo aviation. Pronto l'ultimo decollo dell'ex compagnia di bandiera

Economia
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Alitalia, Ita offre 90 milioni per il marchio. Pronto l'ultimo volo dopo 75 anni tra i cieli 

Mentre si cala il sipario sull'ex compagnia di bandiera, che dopo fusioni fallite, tentativi di privatizzazione e ingressi di compagnia straniere e newco, Ita, la nuova compagnia di bandiera pronta a decollare dal prossimo 15 ottobre, mette sul tavolo un'offerta di 90 milioni per l'acquisto del marchio storico Alitalia.  Secondo quanto riporta il Sole 14 Ore entro le prossime ventiquattro ore la decisione della vendita del marchio dovrebbe essere ufficializzata, dopo il parere del comitato di sorveglianza di Alitalia presso il Mise. Sul tavolo del comitato anche il parere sul contratto di cessione a Ita del ramo aviation di Alitalia, con 52 aerei airbus e gli slot aeroportuali secondo gli accordi approvati dalla Ue. La cessione si perfezionerà poi con l'autorizzazione del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. 

Alitalia, la storia dell'ex compagnia di bandiera e il "peso" dello Stato 

Oggi si cala il sipario sulla ormai ex compagnia di bandiera. Una storia complessa e articolata, caratterizzata da alti e bassi, nella quale lo Stato ha ricoperto un ruolo chiave. Soprattutto sul fronte economico. Nello specifico, lo Stato italiano ha iniettato nelle casse di Alitalia oltre 13 miliardi in 47 anni. Per raggiungere questa cifra vanno considerati due periodi: quello tra il 1974 e il 2014 e quello che va dal 2014 a oggi.       

Secondo i dati contenuti in un report di Mediobanca, dal 1974 al 2014, anno in cui la società fu comprata da Etihad, il conto di Alitalia per lo Stato italiano era di circa 7,4 miliardi. In questi 40 anni lo Stato ha speso 5,397 miliardi di euro (a valori del 2014) tra aumenti di capitale (4,949 miliardi), contributi (245 milioni), garanzie prestate (8 milioni) e altri contributi pubblici (195 milioni). Nello stesso periodo Alitalia, tra collocamenti e negoziazioni, imposte e dividendi ha generato introiti per lo Stato pari a 2,075 miliardi di euro. Il saldo finale quindi è negativo per 3,322 miliardi. 

Altro capitolo è quello che va dalla fine del periodo 'Ethiad' a oggi. Nel 2017 i lavoratori bocciarono con un referendum il preaccordo per il salvataggio e la ricapitalizzazione da 2 miliardi della società (piano che prevedeva circa 1.000 esuberi). Etihad si fece quindi da parte e il 2 maggio la società entrò in amministrazione straordinaria, decisa dal governo allora guidato da Paolo Gentiloni. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel periodo da maggio 2017 al 31 dicembre 2019 lo Stato ha erogato due prestiti ponte per un totale di 1,3 miliardi di euro: 600 milioni a maggio 2017 e altri 300 milioni a ottobre dello stesso anno, più 400 milioni a dicembre 2019. Su questi andrebbero poi caricati circa 300 milioni di euro di interessi sui soldi dati. In totale, quindi, 1,6 miliardi di euro. Risorse che sono state oggetto dell'inchiesta europea sugli aiuti di Stato in via di conclusione.    

A maggio 2020 il governo ha destinato tre miliardi nel decreto Rilancio per la costituzione della newco Ita e nel corso dello scorso anno sono stati stanziati 350 milioni di euro per gli indennizzi anti-Covid (non tutti erogati) e altri 330 milioni per la cassa integrazione di oltre 6.800 dipendenti nel periodo novembre 2020-settembre 2021.  

Il 21 aprile scorso l'esecutivo ha poi inserito nel decreto legge sulle misure Covid una norma che consente di dare anticipazioni finanziarie ad Alitalia attingendo ai fondi stanziati nel 2020 per i ristori al trasporto aereo per i danni Covid, residuando 50 milioni non ancora erogati ad Alitalia. Sono stati già versati alla compagnia quasi 300 milioni su uno stanziamento totale di 350 milioni. Con il decreto Sostegni bis in vigore da maggio sono stati stanziati altri 100 milioni per garantire l'operatività della compagnia e il pagamento degli stipendi in attesa del decollo di Ita. 

Il  governo a fine giugno ha prorogato fino al 16 dicembre 2021 il termine di restituzione dell'ultimo prestito ponte e ha istituito un fondo da 100 milioni di euro per il 2021 per rimborsare i titoli di viaggio e i voucher emessi dall’amministrazione straordinaria in conseguenza delle misure di contenimento anti-Covid e non utilizzati alla data del trasferimento dei compendi aziendali di Alitalia.  

Il 10 settembre scorso la Commissione europea ha dato il via libera alla nascita di Ita. La nuova società nascerà con una iniezione di capitale pubblico pari a 1,35 miliardi di euro. Nel contempo, Bruxelles ha confermato di considerare illegali i 900 milioni di euro che Alitalia ricevette nel 2017, sottolineando però che l'impegno della restituzione non ricade sulle spalle di Ita. Bruxelles deve ancora stabilire se gli ulteriori aiuti ottenuti da Alitalia nel 2019, pari a 400 milioni di euro, siano o meno illegali.