Nasce La Bottega Collective, polo dell’hospitality di lusso. Three Hills: "Italia mercato chiave". Ruffini (Moncler): "Volevamo esserci, ma nessuna sinergia con Langosteria o The Attico"

Sostenuto da Three Hills e dalla famiglia Ruffini, il progetto di Tommaso Pacini, La Bottega Collective, debutta a Milano con un evento esclusivo: nasce un nuovo polo internazionale dell’ospitalità di lusso

di Rosa Nasti

La Bottega Collective 

Economia

La Bottega Collective, il nuovo colosso dell’hospitality di lusso parte da Milano

"Quello che vedete oggi ha avuto inizio con mio padre nel 1981. Onorarne l’eredità è per me allo stesso tempo un privilegio e una responsabilità". Con queste parole Tommaso Pacini, CEO di La Bottega, ha aperto ufficialmente il lancio della nuova piattaforma internazionale, La Bottega Collective, che promette di ridisegnare i confini dell’ospitalità di lusso. Milano è stata la prima tappa di una serie di eventi che toccheranno New York, Dubai e le capitali del lifestyle globale.

Il progetto non è solo un’operazione di branding, ma l’evoluzione di un’azienda familiare e di un piano industriale e finanziario costruito con partner di peso. Three Hills, fondo londinese che gestisce oltre 3 miliardi di euro, ha investito 115 milioni nel 2024 acquisendo il 49,6% del capitale. A seguire, la famiglia Ruffini con la holding Ou(r) Group ha rilevato il 14,7% di La Bottega FounderCo, la società dei Pacini che controlla circa il 50,4%.

"La settimana scorsa è uscita la notizia che la famiglia Ruffini ha investito nel nuovo progetto della Bottega. È da un anno che ne parlavamo: siamo molto orgogliosi che abbiano creduto in questa nuova avventura", ha rimarcato Pacini. Il debutto milanese ha messo in vetrina non solo i prodotti ma soprattutto la visione: buy & build

L'azienda è diventata negli anni partner di catene e marchi iconici in tutto il mondo. "Abbiamo iniziato a collaborare con Etro, Ferragamo, Four Seasons, Bulgari. Non ci limitavamo a fornire prodotti: raccontavamo storie attraverso di essi", ha spiegato Pacini. "Oggi facciamo un passo ulteriore: non solo amenities, ma un collettivo che abbraccia tessile, cosmetica e design.”

Il progetto Collective nasce infatti da un percorso di acquisizioni mirate: Beltrami per la biancheria di lusso, Vanity Group per la cosmetica, Palatino per la consulenza creativa. Un mosaico di eccellenze. "La nostra idea di design è morbosa”, scherza Pacini. "Prendi un albergo, lo capovolgi e tutto ciò che casca dovrebbe finire da noi. Vogliamo diventare una Luxury Shop Company: le uniche cose che puoi rubare in un hotel sono quelle che facciamo noi."

Ma dietro le quinte, il percorso di crescita si fonda su un trend globale: l’hospitality come nuovo status symbol. Mauro Moretti, founder e CEO di Three Hills, lo ha spiegato senza giri di parole: "Noi abbiamo iniziato a investire nell’hospitality prima del Covid, ma la pandemia ha accelerato un fenomeno già in atto: il passaggio dal prodotto all’esperienza. I social media hanno reso lo sharing dell’experience più interessante di quello del prodotto, e oggi i brand dell’ospitalità sono diventati status symbol quanto - e in certi casi più - dei brand del lusso."

La visione di lungo periodo è altrettanto chiara: "È vero che siamo investitori, ma non sempre ci limitiamo all’orizzonte classico dei 3-5 anni", ha aggiunto Moretti. "Abbiamo investimenti dal 2013 che sono ancora nel nostro portafoglio. Qui vediamo un progetto di lungo periodo, con una governance solida e un potenziale enorme." 

Sul fronte ESG, Moretti ha inoltre ricordato: "La Bottega è stata pioniera: sono stati i primi a introdurre i dispenser refillable negli hotel, più sostenibili ma meno profittevoli nel breve termine", aggiungendo, "è stata una scelta coraggiosa, ma giusta. L’attenzione alla supply chain e alla riduzione del single use fa parte di un impegno a 360 gradi."

Per la famiglia Ruffini, l’ingresso in La Bottega è invece il proseguimento naturale di un percorso nel lifestyle. Pietro Ruffini, CEO di Ou(r) Group, ha raccontato: "Quando Mauro mi presentò Tommaso, ho capito subito che questo progetto aveva qualcosa di unico. Anche se La Bottega opera B2B, in realtà è molto più vicina al consumatore finale di quanto sembri. Per noi è stata un’opportunità per rafforzare un brand con un grande potenziale, all’interno di un settore che consideriamo il futuro."

E sullo spirito dell’investimento ha chiarito: "Non è nato per creare sinergie con altre nostre realtà come Langosteria o The Attico. È nato perché crediamo nella Bottega a prescindere. Noi volevamo esserci, portare il nostro contenuto e contribuire a rafforzarne la marca." 

Anche il contesto macroeconomico dà forza al progetto. Nel 2024 il gruppo ha chiuso con un fatturato consolidato di oltre 200 milioni di euro, 900 collaboratori in cinque continenti e 15.000 clienti serviti. Secondo le stime, l’hospitality di lusso crescerà a un ritmo del 7,2% annuo tra il 2025 e il 2030, fino a 156,8 miliardi di dollari.

"L’Italia oggi è tornata ad attrarre investimenti", ha sottolineato Moretti. "Dieci anni fa gli investitori internazionali mi dicevano di evitare l’Italia. Oggi mi chiedono di puntare di più qui: la stabilità e il capitale necessario per l’hotellerie rendono il nostro Paese un mercato chiave."

La Bottega Collective si presenta così non solo come una nuova piattaforma globale che realizza prodotti e servizi esclusivi per l’ospitalità di lusso, ma come un manifesto per il settore: unire design, esperienza e sostenibilità per conquistare le capitali globali del lusso. "Abbiamo iniziato a inventare storie e creare partnership con brand e hotel iconici. È quello che continueremo a fare", ha promesso Pacini.

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