Leonardo disegna il futuro della Difesa in Europa

Annunciate due partnership: con Knds per un veicolo corazzato, con Uk e Giappone per lo sviluppo del Tempest

di Redazione Economia
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Leonardo: due accordi per il futuro della Difesa

Da un lato, assistiamo all'emergere di una "collaborazione strategica" per lo sviluppo del primo veicolo corazzato, frutto della sinergia tra imprese europee. Dall'altro, si sottoscrive il primo accordo tra Italia, Regno Unito e Giappone per il progetto del caccia di ultima generazione Tempest. Queste rilevanti novità sono riportate da Repubblica. Leonardo, il secondo gruppo manifatturiero italiano per numero di dipendenti e leader nel settore Difesa, Sicurezza ed Aviazione, è coinvolto in entrambe le iniziative.

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Nelle scorse ore, è stata annunciata a Roma l'alleanza tra Knds, società franco-tedesca, e Leonardo. L'obiettivo è chiaro: la creazione di una joint venture per sviluppare un innovativo veicolo corazzato, all'interno del programma Main Battle Tank, basato sullo sviluppo del Leopard 2 tedesco. Leonardo sarà responsabile della digitalizzazione e delle componenti elettroniche. Questa collaborazione si inserisce in un contesto più ampio legato alla creazione di una Difesa europea.

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Nel corso della notte, è stata firmata la convenzione tra i governi di Roma, Tokyo e Londra per lo sviluppo del Tempest, confermando l'impegno assunto dai tre Paesi un anno fa. Tale accordo sarà ora sottoposto all'approvazione dei rispettivi parlamenti. Finora, l'Italia ha investito oltre 7 miliardi di euro nel progetto. Il ministro della Difesa italiano, Crosetto, prima di partire per il Giappone, ha dichiarato che si tratta di un "accordo favorevole all'Italia, altrimenti non andrei a firmarlo...". Questo rappresenta il punto chiave: i tre Paesi coinvolti dovranno distribuire gli investimenti, la ricerca, i brevetti, lo sviluppo e l'indotto. Tale spartizione non riguarderà solo il progetto Tempest, di cui Leonardo gestisce la parte italiana, ma coinvolgerà anche tutta la tecnologia avanzata che ne scaturirà.

Sebbene oggi si otterranno ulteriori dettagli, sembra che tutte le parti coinvolte siano soddisfatte e abbiano raggiunto un accordo che garantisce a Italia, Regno Unito e Giappone una quota del 33% ciascuno nel progetto. Il quartier generale di Tempest/Gicap sarà a Londra, mentre all'Italia spetterà la prima presidenza rotativa per la supervisione del progetto. La possibilità di coinvolgere nuovi partner, come l'Arabia Saudita, rimane incerta, con gli inglesi che spingono per questa apertura mentre Italia e Giappone restano cauti.
 

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