Mps, il primo dividendo dopo 13 anni. Autogol del Mef sugli extraprofitti

I soci danno il via libera al bilancio, ma non ci sarà la tassa tanto cara al governo Meloni, per decisione proprio del Tesoro

di Redazione Economia
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Luigi Lovaglio
Economia

Mps, la clamorosa decisione del Mef sulla tassa per gli extraprofitti

Svolta per i conti di Mps, per la prima volta dopo 13 anni i soci del gruppo incasseranno un dividendo, gli azionisti hanno dato il via libera al bilancio 2023. Ma un ruolo fondamentale in questa operazione lo ha avuto il socio di peso di Montepaschi: il Mef. La decisione presa dal Tesoro - si legge su Il Sole 24 Ore - ha del paradossale, via libera alla proposta del Cda di non pagare la tassa sugli extraprofitti introdotta dal Governo stesso con il Decreto Asset. Scelta, questa, in linea con quanto concesso dalla legge, che permette di destinare a riserve non distribuibili 309 milioni di euro circa, ovvero lo 0,26% delle esposizioni al rischio della banca. Ma in palese contraddizione con quanto invece l’Esecutivo stesso auspicava, almeno inizialmente, tanto da aver messo in conto un gettito di alcuni miliardi di euro.

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Difficile d’altra parte - prosegue Il Sole - che il Tesoro dicesse no di fronte all’ipotesi di portare a casa un dividendo di 82 milioni sui 314 totali, risultato di una cedola di 0,25 euro per ogni azione. Lo sguardo ora è tutto rivolto al futuro. Si attendono i numeri del primo trimestre. E poi le eventuali future nuove mosse del Mef che, scaduto il lock up a fine giugno, potrebbe scendere ulteriormente nel capitale della banca per atterrare, come si prospetta da più parti, attorno al 10- 15% del capitale. Nel frattempo, sarà da capire se si paleserà un possibile partner. Le ipotesi possibili sono sempre tre ad oggi: "Unicredit, Bper e Bpm", ha commentato nei giorni scorsi Giovanni Azzone, presidente di Acri e di Fondazione Cariplo, escludendo per motivi dimensionali Intesa Sanpaolo.