Mps, Mussari: "Rossi non sapeva di operazioni indagate. Non si è suicidato"

"I bigliettini? Non erano nella sua natura". L'audizione dell'ex presidente di Mps Mussari davanti alla commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi

L'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari in  Commissione Parlamentare su David Rossi
Economia
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 "David Rossi un fratello. Si è suicidato? Non penso"

"David Rossi era un fratello, un amico. Lo feci assumere perchè nel suo lavoro era il più bravo di tutti". Inizia così la sua audizione davanti alla commissione d'inchiesta sulla morte dell’ex capo della comunicazione di Mps David Rossi, l’ex presidente della banca senese, Giuseppe Mussari, condannato in primo grado (è in corso l’appello) a 7 anni e mezzo nell'ambito del processo su una serie di operazioni finanziarie realizzate da Rocca Salimbeni per coprire le perdite provocate dall'acquisto di Antonveneta e chiamato oggi a dire la sua davanti sulle vicende che hanno poi portato ai tragici eventi del 6 marzo 2013 quando Rossi morì in maniera misteriosa dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio.

Non gli ho mai confidato nulla, ma se c'era bisogno di un amico, lui c'era”, ha aggiunto Mussari. L’ex numero uno del Monte, anche presidente dell'Abi, ha rivelato che “Rossi avrà partecipato a un Cda di Mps, quando avrà dovuto esporre le linee guida sulla comunicazione o a un nuovo spot della banca. Altrimenti non partecipava ai cda, perchè io c'ero. Non è che non risulta dai verbali, lui non c'era ai Cda se non per questioni afferenti al suo settore".

Mussari ha inoltre precisato che Rossi "aveva le informazioni che doveva veicolare verso il pubblico", come capo della comunicazione di Mps.

Guarda l'audizione dell'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari davanti alla commissione d'inchiesta sulla morte di David Rossi

Sulle email nelle quali l'allora capo della comunicazione avrebbe detto all'amministratore delegato, Fabrizio Viola, di vivere uno stato di disagio personale nei giorni in cui era stato interrogato, Mussari ha spiegato che Rossi “non sapeva nulla delle operazioni Alexandria e Santorini, oggetto di indagine della procura di Siena. Il top-manager "era già stato interrogato. Non credo avesse cose di chissà quale significato, di chissà quale rilevanza da riferire. I suoi computer, i suoi strumenti elettronici, la sua posta, sono stati analizzati. Nulla è emerso nei fascicoli che mi riguardano, ma ritengo neanche in altri fascicoli altrimenti sarebbero inevitabilmente emersi".

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Riguardo alla posizione dei familiari che non credono al suicidio, per Mussari “c’è chiaramente una non accettazione dei risultati. Da parte mia, da chi ha nutrito quel tipo di rapporto così da definirlo fraterno e non in senso massonico, non posso rimanere indifferente a una moglie che si batte come si batte Antonella, o ai suoi fratelli. Non posso che stare dalla loro parte ignorando le ragioni che li muovono, ma ci sono per scelta ontologica, per essenza della mia natura in relazione al rapporto che avevo con David". L’avvocato calabrese ha inoltre precisato che "non posso che stare da quella parte che prescinde dal dato formale e materiale. Se Antonella sta là, io sto là perchè David mi avrebbe immaginato lì".

Per Mussari “non si può prescindere dal contesto di odio che si generava quotidianamente. Oggi siamo qui, ad anni di distanza, e facciamo una discussione sul carattere di una persona così cara e capace con un inevitabile peso dell'astrattezza, dovuta allo iato temporale tra la nostra discussione e gli eventi. Ma a quel contesto bisogna tornare. Quel contesto assume caratteristiche particolarissime e dura per un periodo lungo". Da quel clima di odio, ha proseguito, "io mi sono salvato decidendo di chiudere con tutti, di riuscire fuori nel 2017 e andare in Calabria".  Mussari dunque "non pensa" si sia trattato di suicidio.

Infine, la posizione dell’ex presidente del Monte su alcuni dettagli della morte di Rossi messi in discussione anche dai familiari del manager. "Non era il suo modo di esprimersi per il David Rossi che io conoscevo”, ha spiegato Mussari rispondendo a gli chiedeva una valutazione sul biglietto trovato dopo la morte del capo di comunicazione di Mps, scritto alla moglie, Antonella Tognazzi.

David, ha sottolineato l’avvocato calabrese, aveva un carattere "riservato, schivo, addirittura scostante. Ci legava il silenzio, due parole sono troppe e una è ultronea. Ma discutevamo sulle idee di fondo, sull'idea del bello, del giusto, su un elemento architettonico, su quale è la natura corretta di un messaggio promozionale. Questi erano i nostri elementi di discussione".

Sulla presunta presenza di Rossi a "festini", "ma lei sta scherzando? Ritengo di no. Se avesse saputo di qualcosa anche men che lecito sarebbe andato in procura. Non era nella sua natura, aveva uno stile. Non ce lo vedo a mischiarsi, non lo vedo dentro una conversazione che aveva un oggetto di questo genere, di tipo boccaccesco -ha precisato- Date per scontato che io non so niente. Quando si sarebbero tenuti questi festini? Nel 2011, nel 2012? Lo chiedo perchè non lo so".

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