ANBI, dalla Toscana la svolta sul 'paradosso Montedoglio': l’acqua del lago arriva ai campi della Val di Chiana
Vincenzi (ANBI): "La Toscana sceglie una politica dell’acqua moderna e strategica, capace di coniugare competitività, sostenibilità ambientale e coesione territoriale"
ANBI, in Toscana superato il 'paradosso Montedoglio': inaugurato il nuovo distretto irriguo in Val di Chiana e firmato il Patto per l’Acqua
Dopo oltre cinquant’anni di attesa, l’acqua del lago artificiale di Montedoglio scorre finalmente nei campi della Val di Chiana. Quella che per decenni era stata definita una grande incompiuta italiana, il “paradosso Montedoglio”, abbondanza idrica senza possibilità di utilizzo, è avviata a conclusione grazie all’attivazione del primo gruppo di consegna, che porta beneficio concreto agli agricoltori del territorio.
Il progetto, avviato già tra gli anni Sessanta e Settanta ma rimasto bloccato per mancanza di risorse, ha visto una svolta grazie all’impegno del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno e a un finanziamento ministeriale di 7 milioni di euro, trasformati in appena sette mesi in oltre 4 chilometri di rete irrigua. Sono stati realizzati quasi 3 chilometri di condotta principale e circa 1,5 di diramazioni secondarie, capaci di alimentare 12 punti di consegna e 21 gruppi di erogazione con una portata di 10 litri al secondo.
“La realizzazione del distretto irriguo è articolata in tre stralci e, una volta completato, servirà 2.300 ettari con 42 unità irrigue e circa 40 chilometri di rete, garantendo fino a 740 litri al secondo. Per completare l’opera servono però ulteriori 44,5 milioni di euro”, spiega Lorella Marzilli, ingegnere caposettore irrigazione del Consorzio. Per Serena Stefani, presidente del Consorzio Alto Valdarno, la distribuzione collettiva dell’acqua è “strategica per contrastare la siccità e rafforzare la competitività delle filiere agricole”. Sulla stessa linea il direttore generale dell’ente, Tulio Marcelli, che sottolinea come la nuova rete sia “un’infrastruttura moderna e sostenibile, in grado di ottimizzare l’uso della risorsa idrica e di garantire maggiore competitività a un territorio a forte vocazione agricola”.
A ricordare il valore economico e sociale dell’acqua è stato Massimo Gargano, direttore generale di ANBI: “Un ettaro di terra coltivabile vale mediamente 10.000 euro, che quadruplicano se può essere irrigato. L’acqua garantisce reddito, tutela del suolo, sicurezza alimentare e contribuisce a frenare lo spopolamento delle aree interne”. Il presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, ha rimarcato il valore territoriale del progetto: “L’avvio di un distretto irriguo non porta benefici solo all’agricoltura, ma all’intera comunità. La Toscana sceglie una politica dell’acqua moderna e strategica, capace di coniugare competitività, sostenibilità ambientale e coesione territoriale”.
La cerimonia inaugurale, organizzata in collaborazione con ANBI Toscana, si è conclusa con la firma del Patto per l’Acqua, un documento sottoscritto da istituzioni, consorzi e organizzazioni professionali agricole. Il testo definisce dieci impegni prioritari: dal completamento delle infrastrutture collettive al miglioramento della gestione delle risorse, fino alla valorizzazione del ruolo dell’agricoltura nella tutela del paesaggio e nella resilienza climatica. All’evento erano presenti numerose autorità: il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, i segretari delle Autorità di Bacino Gaia Checcucci (Appennino Settentrionale) e Marco Casini (Appennino Centrale). In collegamento da remoto è intervenuto anche Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario alla Siccità.