Piano Generali, polemica di Bardin. Molti i Cda. Il 9 il cuore della strategy

Documento definitivo caricato da Donnet soltanto alle 22 di lunedì, da qui l'assenza polemica del consigliere di Delfin. Ma solo alcuni numeri erano ignoti...

di Andrea Deugeni
Economia
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Dopo l’Investor Day sul nuovo piano industriale delle Generali con cui Philippe Donnet si gioca le proprie chances di riconferma, nella compagnia, il giorno successivo al tour de force, è tempo di considerazioni sulle ultime 48 ore di fuoco iniziate all’ora di pranzo martedì, quando ha preso il via la maratona del consiglio di amministrazione (durato 9 ore) che ha licenziato, ancora una volta a maggioranza, il business plan Lifetime Partner 24.

Quello che è parso strano anche a chi ha seguito da vicino e all’interno delle riunioni i lavori del board è stata l’assenza “polemica”, secondo alcune fonti vicine a Delfin, del consigliere rappresentante della holding di Leonardo Del Vecchio Romolo Bardin. Secondo le stesse, la mancata partecipazione del top-manager sarebbe da addebitarsi allo scarso anticipo di un solo giorno con cui il piano sarebbe stato consegnato da Philippe Donnet ai consiglieri, non abbastanza per poterlo valutare compiutamente. 

Da qui, la decisione di non presentarsi volutamente a un momento centrale per la vita societaria per inviare un messaggio di contrarietà per la messa a disposizione troppo ravvicinata, si specifica, della documentazione di un piano strategico, che impegna per tre anni, da parte della più grande compagnia italiana poche ore prima del Cda.

Delle motivazioni, alcuni sono rimasti straniti. E' vero che il documento definitivo dettagliato del piano è stato caricato alle 22 di lunedì sera, ma, come Affaritaliani.it ha riferito, i lavori preparatori in Cda e le illustrazioni delle linee del piano sono iniziate già a novembre. In più, viene spiegato, ai vari capitoli del business plan sono state dedicate molte riunioni del board. L’ultima datata il 9 dicembre, con all'ordine del giorno il penultimo capitolo delle strategie che sarebbero poi state presentate al mercato il 15. Tutto il board, quindi, pare abbia potuto lavorare con l’assicuratore francese alla composizione e alla stesura del piano. In totale trasparenza, viene chiosato.

E’ vero che lunedì le carte definitive distribuite ai consiglieri contenevano alcuni numeri finali non visti precedentemente, ma, viene spiegato, si tratta di cifre che sono il risultato conclusivo di costruzioni e lunghi lavori preparatori stranoti. In più, si è anche trattato di prudenza di Donnet per evitare fughe di notizie strategiche viste le indiscrezioni sui contenuti del contropiano in preparazione da parte del Patto apparsi sul Sole 24 Ore sabato scorso. Controstrategia che servirà per lo storytelling corporate alternativo di Del Vecchio, Caltagirone e Fondazione Crt per convincere il mercato della necessità di una discontinuità nella governance a Trieste, le cui anticipazioni sono girate dopo che, nel board precedente, il Ceo del Leone aveva dato ampia ed ennesima informativa dei documenti in preparazione con il grosso della strategia. Insomma, viste le molte sessioni di consiglio dedicate al tema, la strategy era nota.

Bardin è Ceo di Delfin, la holding che amministra l'impero di partecipazioni di Del Vecchio, socio storico delle Generali e siede nel board del Leone da quasi sei anni. La compagnia e il mercato delle polizze, dunque, li conosce bene. Rapporti ormai logori col vertice o pretattica in attesa dello showdown finale? 

@andreadeugeni