Pichetto Fratin: "Iran? L'Italia rischia di pagare un prezzo molto alto per la speculazione cattiva"

Il ministro: "Costi alle stelle per gas e petrolio se chiudono Hormuz. Vi spiego quanto ci perderemmo"

di redazione economia
Gilberto Pichetto Fratin
Economia

Pichetto Fratin: "Grossi guai se chiudono Hormuz, servono soluzioni alternative"

La guerra in Iran rischia di avere forti ripercussioni sul mondo intero. Non solo per il rischio di un'escalation dopo i bombardamenti degli Stati Uniti e non più solo di Israele, ma anche per una gravissima crisi economica. "Rischiamo un 20% di gas e un 30% di petrolio in meno. L'Italia ha le risorse per sostituire il flusso che verrebbe a mancare. Ma certamente pagheremmo l'aumento del prezzo, con l'aggiunta di una speculazione cattiva". Così Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, in un'intervista su La Verità, parla dei rischi per l'Italia in caso di chiusura dello Stretto di Hormuz, il canale da cui transitano il 30% del petrolio e del gas mondiale.

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"Se vi fosse un'emergenza, - prosegue Pichetto Fratin a La Verità - dovremmo usare mezzi straordinari. Le strade allo studio sono due: modalità tecniche e ricorso al bilancio dello Stato. Disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell'elettricità, per proteggere i consumatori dai bruschi sbalzi del mercato. Fornire alle imprese sconti sui prezzi, con modalità di restituzione nei decenni successivi, autorizzare contratti a termine". Più "difficile", invece, creare un coordinamento tra i mercati europei del gas "perché i Paesi hanno situazioni diverse". Il carbone? "Dal punto di vista energetico, il carbone è un po' la riserva aurea. Non c'è convenienza ad utilizzarlo, ma non lo puoi eliminare. Chi si fida, in quadro geopolitico come quello di oggi, a gettare via una riserva di sopravvivenza? È il nostro fondo di emergenza".

Pichetto affronta anche il tema dell'energia del futuro in Italia: "Il nucleare è un grande progetto già partito. La legge delega è all'esame delle Regioni e degli enti locali, e poi sbarcherà in Parlamento. In seguito, arriveranno i provvedimenti attuativi, bisognerà costruire un quadro giuridico che accompagni la terza generazione avanzata del nucleare. Che si affiancherà alle altre energie presenti. Con tutta probabilità, il prossimo decennio sarà possibile".

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