Taglio dei tassi? No, la Bce si prende una pausa. Ma per gli analisti (dopo l'estate) i colpi di scena non mancheranno
Lagarde aspetta settembre per decidere, intanto il rischio dazi USA-UE pesa sulle previsioni di crescita. Il commento a cura di George Curtis, portfolio manager at TwentyFour (boutique di Vontobel)
Christine Lagarde
Bce prudente sui tassi nella prossima riunione, ma occhi puntati sui dazi di Trump
Il 24 luglio torna la BCE con l’ultimo meeting prima della pausa estiva. Ad agosto, infatti, niente riunioni: si riparte a settembre. Proprio per questo, l’appuntamento di luglio pesa un po’ di più del solito. La domanda, ovviamente, è sempre la stessa: cosa farà la Banca Centrale Europea? Taglierà o meno i tassi?
Per il momento i mercati non si aspettano sorprese. La maggior parte degli analisti scommette su una riunione all’insegna della cautela. D'altronde il contesto non è dei più semplici. Tra le tensioni commerciali con Trump e un possibile negoziato UE-USA da gestire, la prudenza è d'obbligo.
Potrebbe, però, muoversi qualcosa oltreoceano. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha resistito finora alle pressioni di Trump per tagliare i tassi, ma la prossima settimana potrebbe arrivare una svolta e una possibile sforbiciata. Staremo a vedere.
LEGGI ANCHE: Confindustria vede nero, i dazi Usa al 30% costano caro all'Italia: export dimezzato, Pil giù dello 0,8%
Riunione Bce, taglio dei tassi: il commento di George Curtis, portfolio manager di TwentyFour (Vontobel)
"Il consiglio direttivo della BCE ha chiaramente segnalato a giugno di essere ben posizionato per affrontare le “condizioni di incertezza che si presenteranno”. Ciò è stato accompagnato da previsioni aggiornate che indicano una crescita sana del PIL per quest'anno, ma un'inflazione inferiore all'obiettivo nel medio termine. Non riteniamo che la riunione di luglio possa comportare grandi cambiamenti.
Nel Consiglio direttivo esistono chiaramente opinioni divergenti sui potenziali effetti inflazionistici dei dazi, con alcuni (Schnabel) che sottolineano i rischi al rialzo derivanti dalla frammentazione del commercio e dal pacchetto fiscale tedesco, mentre altri ritengono che le tariffe potrebbero avere un effetto deflazionistico per l'Europa, dato che l'eccesso di offerta dall’Asia viene venduto nell'Eurozona. Tuttavia, mentre i negoziati commerciali continuano e con nulla ancora definito, riteniamo la BCE sia in posizione attendista. Con le previsioni aggiornate a settembre e (si spera) maggiore chiarezza sui dazi, la Banca Centrale sarà in una posizione migliore per valutare il percorso dei tassi in quella riunione.
In definitiva, riteniamo che i rischi a breve termine siano orientati al ribasso rispetto alle previsioni di crescita del PIL di giugno e che il percorso verso un allentamento monetario sia più agevole in Europa, con l'inflazione attualmente in linea con l'obiettivo e la possibilità concreta di un periodo prolungato di inflazione inferiore all'obiettivo nel prossimo anno. Dato che prevediamo che la presidente Lagarde e il Consiglio manterranno aperte tutte le opzioni, non ci aspettiamo che la riunione della prossima settimana influenzi i rendimenti obbligazionari.
LEGGI ANCHE: Borsa, Piazza Affari in rosso: i titoli bancari affondano Milano. Male Mps e Bpm
Bce, l'analista: "Con i dazi al 30% possibile rallentamento della crescita del Pil"
A influire maggiormente nel breve termine saranno i negoziati commerciali, con il rischio che i dazi si attestino a un livello più elevato del previsto. L'attuale minaccia di dazi del 30% a partire dal 1° agosto, oltre alle eventuali ritorsioni da parte dell'Europa, potrebbe, a nostro avviso, determinare un rallentamento della crescita del PIL. Se tale situazione dovesse protrarsi, la BCE probabilmente procederebbe a tagli più consistenti rispetto a quelli scontati dal mercato, anche se continuiamo a ritenere che la strategia del presidente Trump sia quella di “escalation per de-escalation”.