Terremoto in Confindustria, perso un altro tassello: lascia Anfao (occhiali)

Dopo l'uscita a gennaio di Smi, anche Anfao esce di scena. Ora la confederazione moda rappresenta solo le imprese della filiera della pelle

di Redazione Economia
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Confindustria Moda perde pezzi: Anfao se ne va

L'"esodo" da Confindustria Moda continua a prendere forma, con l'uscita di Anfao, l'associazione dei produttori di articoli ottici, che segue le orme di Smi–Sistema Moda Italia e Federorafi. 

L'annuncio di Anfao, fatto attraverso una nota, è stato motivato dalla mancanza di continuità nel percorso comune, dopo che alcuni comparti hanno deciso di abbandonare l'idea di una rappresentanza unitaria. Da questo momento, quindi, Confindustria Moda rappresenta le sole imprese della filiera della pelle e quindi Assocalzaturifici, Assopellettieri, Aip (Associazione Italiana Pellicceria) e Unic (Concerie Italiane). Il ridimensionamento è quindi particolarmente significativo, se consideriamo che Confindustria Moda rappresentava precedentemente oltre 60mila aziende, con circa 550mila lavoratori e un fatturato stimato per il 2023 di 117 miliardi di euro.

Nella nota si legge: "L'associazione è stata promotrice attiva del percorso unitario che ha portato alla costituzione di Confindustria Moda e ne è stata una dei soci fondatori. L’Associazione ha, infatti, sempre creduto nel progetto di costituzione di un soggetto unico e di sintesi per la rappresentanza delle diverse associazioni e anime del settore della moda. Questo per poter offrire insieme un ventaglio di servizi superiore a tutti gli associati e poter incidere maggiormente a livello politico sulle tematiche trasversali di particolare interesse come il Made in Italy, la formazione o la sostenibilità solo per citarne alcune”. “Oggi però, dopo la decisione di alcuni comparti di non proseguire in questo percorso comune, anche il settore dell’occhialeria ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di dar corso all’obiettivo originario. Per questo motivo – conclude – non senza dispiacere, Anfao non farà più parte di Confindustria Moda”.

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L'annuncio arriva poco dopo l'uscita di Smi, annunciata all'inizio di gennaio e giustificata dalle discrepanze nei tempi imposti dalle normative europee. Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, aveva sottolineato che questa mossa era stata motivata dalla necessità di adeguarsi alle evoluzioni normative specifiche del settore tessile e dell'abbigliamento, che richiedono tempi e modalità di adattamento differenti da altri settori, "abbiamo bisogno di procedere in maniera più rispondenti alle necessità del settore”, diceva Tamborini.

Successivamente, Federorafi ha comunicato un'analoga intenzione di uscire dalla federazione. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, "a Federorafi non sarebbe piaciuta l’accelerazione voluta da Smi verso la trasformazione di Confindustria Moda da federazione in un’unica associazione. Il progetto non avrebbe convinto nemmeno le altre associazioni, di qui l’uscita della stessa Smi. Che, interpellata, non commenta”.

Inoltre, come riportato da MFF, recentemente, Paolo Bastianello ha formalizzato le sue dimissioni dalla presidenza del Comitato education di Confindustria Moda, dopo essere stato in carica per sette anni, prima all'interno di Smi e successivamente, dal 2021, come punto di riferimento all'interno della federazione.