Vino, vietato ubriacarsi: anzi no. Niente alert Ue sul cancro nelle etichette

Non passa la legge sull'inserimento di avvertenze dei rischi legati al cancro nelle etichette delle bottiglie di vino

(fonte  pixerpay)
Economia
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Vino, il Parlamento Ue boccia le avvertenze sanitarie sulle etichette delle bottiglie

Nessuna scritta stile sigarette sulle bottiglie di vino. La conferma è finalmente arrivata: oggi, mercoledì 16 febbraio, è stato svelato il risultato della votazione del cosiddetto “Cancer Plan”, il Piano strategico per la lotta al cancro. "C'è differenza tra consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro".

É questa una delle modifiche alla relazione sul Piano di azione anti-cancro approvate dall'Europarlamento. Dal testo, è stato cancellato il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta e introdotto l'invito a migliorare l'etichettatura delle bevande alcoliche con l'inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile.

Portato in Parlamento, il voto ha riguardato in primis gli emendamenti sul consumo moderato di vino e, appunto, sull'etichettatura sulle bottiglie. Un voto, quello che si è svolto al Parlamento europeo, che è stato preceduto da polemiche che hanno percorso e scosso l’Europa intera. Il documento ha infatti suscitato critiche e preoccupazioni in quanto l'ipotesi di apporre un “alert” sanitario sull’etichetta ha fatto temere tremende conseguenze socio-economiche, come il possibile crollo delle vendite e la perdita di numerosi posti di lavoro per tutta la filiera.

Ma perché apporre un’etichetta che avverte dei rischi sulla salute sulle bottiglie vino? Secondo la posizione della commissione che ha redatto il rapporto, "non c'è consumo di alcol senza rischi per la salute", e “non esiste una quantità sicura di consumo di alcol”. 

A commentare la questione, anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Siamo stanchi di questa Europa ossessivamente e puntualmente prodiga di novità sui prodotti tipici, che guarda caso vanno sempre a colpire dalla stessa parte: le tipicità, le vera agricoltura del prodotto tipico, quell’agricoltura della quale sono la culla i nostri territori”.

“Dagli attacchi sulle denominazioni, come quello del Prosek”, prosegue Zaia, “a tutta una serie di fandonie che vengono fatte uscire rispetto alla presunta dannosità dei nostri cibi, nasce il sospetto che da quelle parti di alimentazione ne capiscano ben poco. C’è letteratura scientifica a iosa che conferma come il consumo responsabile di vino non solo non sia dannoso ma, anzi, possa avere effetti positivi su alcuni problemi di salute”.

“L’estremizzazione del prodotto tipico che fa male”, aggiunge infine Zaia, “può peraltro valere per qualsiasi altro alimento, alcolico o no, che, se consumato smodatamente, può creare danni, e questo lo sanno anche i bambini. Questa pletora di esperti che ciclicamente compare sulla scena per gettare fango sui nostri prodotti tipici venisse ad esempio a vedere come stanno i nostri anziani, spesso centenari, che vivono nelle aree di produzione. É inspiegabile il motivo per cui l’agricoltura di qualità sia diventata l’obbiettivo primario di certi attacchi sconsiderati mentre magari, per altri prodotti industriali, si fa finta di non vedere”.

 

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