Vodafone Italia, Iliad pronta a comprare.Le cessioni sul tavolo del colosso Uk

Il gruppo francese di telecomunicazioni Iliad ha confermato di aver fatto un'offerta a Vodafone per rilevare il 100% di Vodafone Italia

di Marco Scotti
Il Ceo di Vodafone Italia Aldo Bisio
Economia
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Tutti i dossier sul tavolo del Ceo di Vodafone Nick Read

La conferma arriva direttamente da Iliad e dal suo amministratore delegato: la compagnia di telecomunicazioni francese fondata da Xavier Niel ha presentato un’offerta per il 100% di Vodafone Italia. A quanto ammonterebbe la “fiche” messa sul piatto? Secondo il CorCom siamo intorno ai 14 miliardi. Tanto o poco? Se pensiamo che Kkr ha valorizzato Tim intorno agli 11 miliardi con l’offerta “amichevole” di 0,505 euro per azione, è sicuramente una cifra generosa. L’ex-Sip, infatti, ha una quota complessiva del 44,1% per la rete fissa e del 28,8% per il mobile, mentre Vodafone – rispettivamente – del 15,9 e del 28,7%. Però c’è un precedente: nel 2011 Vimpelcom mise mano al portafoglio per comprare Wind sborsando 21 miliardi di euro. Altri tempi, però.

Secondo Equita, “pur con risultati in calo per effetto della pressione competitiva, ci aspetteremmo un multiplo di 7-8x EV/Ebitda ossia 11-13 miliardi”. Siamo ancora nella fase delle ipotesi visto che cifre ufficiali, al momento, non ne vengono date. Però ci sono da registrare alcune importanti passaggi nelle ultime settimane. Il primo è il fondo attivista Cevian che, il 31 gennaio, ha annunciato di aver rilevato una quota “sconosciuta” di Vodafone per incentivarla a massimizzare il proprio operato in Italia, Spagna e Regno Unito, con un’opera di consolidamento.

Qualche giorno prima, il ceo della compagnia di tlc Nick Read aveva dichiarato che è necessario il consolidamento del numero di attori in quei mercati. Il successore di Vittorio Colao al timone di Vodafone sostiene che essere autorizzati a farlo dalle autorità di regolamentazione migliorerebbe i rendimenti, incoraggiando gli investimenti e quindi aumentando la connettività. In passato, le autorità hanno cercato di proteggere i consumatori attraverso una sana concorrenza con quattro o cinque attori in ciascun mercato che si spintonavano per mantenere bassi i prezzi.

Secondo indizio: Benedetto Levi, l’amministratore delegato di Iliad Italia, aveva già anticipato questa possibilità, sostenendo che se le attività di uno dei tre principali player nel nostro Paese fossero state in vendita sarebbero sicuramente state d’interesse per l’azienda di Niel. Cosa che è puntualmente avvenuta.

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Terzo importante segnale: nel mercato italiano si sta già procedendo a una “collaborazione” tra gli operatori. Basti pensare a quella già avvenuta tra Tiscali e Linkem e quella in rampa di lancio tra Fastweb e Wind. D’altronde, proprio l’ingresso di Iliad in Europa ha scardinato i parametri, riducendo la marginalità e costringendo le aziende a realizzare i “grandi numeri”. Tutti gli operatori italiani si sono dotati di player virtuali low cost come Kena (Tim) e Ho (Vodafone). Ora per l’azienda un tempo guidata da Colao non rimane che decidere che cosa fare “da grande”.

Posto che il mercato si farà più competitivo in Italia, bisogna provare a leggere le carte del Pnrr. Da una parte, infatti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza garantisce che l’infrastruttura di rete verrà potenziata. Solo che un conto è la fibra, veloce, stabile e potente; un’altra connessioni WiFi che garantiscono velocità di picco elevate ma anche poca affidabilità.

L’invito del presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini a procedere sulla rete unica e la possibilità che Tim scorpori le attività potrebbero rappresentare un trampolino interessante per il settore, che a quel punto potrebbe studiare un modo per raggiungere il numero più ampio possibile di persone. Rimane anche il fatto che i prezzi, in Italia, sono estremamente bassi. Parliamo anche di un 50% in meno rispetto a Paesi come gli Stati Uniti, che hanno una dimensione diversa ma dinamiche abbastanza simili.

Chi si aspettava che con il lockdown ci sarebbe stata un’esplosione dei conti (in positivo) per le aziende di tlc è rimasto decisamente deluso. Interessante, infine, notare come il proprietario di Iliad, Xavier Niel, sieda nel board di Kkr e che l’azienda – come fa notare Il Sole 24 Ore – sia stata delistata lo scorso anno dalla borsa di Parigi.

Vodafone potrebbe decidere di dismettere l’Italia? Difficile crederlo, anche perché si tratta di un mercato strategico per l’azienda. In passato, ai tempi di Colao, Vodafone ha venduto una partecipazione significativa in Sfr e in Verizon Wireless. Lo farà anche questa volta?

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