Air India, i colleghi del capitano: "Era depresso". I motori spenti alla partenza e lo schianto

Così sarebbero morte 260 persone, anche se non c'è ancora la certezza

di Redazione Esteri

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Air India, l'ipotesi "depressione del pilota". Ecco come funzionano i test psico-attitudinali obbligatori

Emergono nuovi dettagli sull'aereo precipitato il 12 giugno fra le case pochi secondi dopo il decollo dallo scalo indiano di Ahmedabad con destinazione Londra, in un incidente che ha provocato almeno 260 morti: 241 delle 242 persone che erano a bordo e altre a terra. La stampa britannica e americana rilancia una nuova ipotesi, frutto delle dichiarazioni di ex colleghi del comandante, colui che stando alle conversazioni registrate con l'altro pilota, avrebbe spento entrambi i motori subito dopo il decollo. Il comandante, Sumeet Sabharwal, un pilota con lunga esperienza di volo, potrebbe aver sofferto di problemi di depressione. Questo spiegherebbe - nel caso fosse confermato il gesto volontario - la folle decisione. Si tratta però ancora solo di ipotesi.

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Quello che invece è certo è il dialogo drammatico tra i due piloti. "Perché li hai spenti?", si sente domandare ripetutamente da un pilota all'altro, stando a questa ricostruzione. Una conversazione breve, in tono "sempre più disperato", fino allo schianto. A fare la domanda potrebbe essere stato il primo ufficiale, Clive Kunder; mentre a rispondere "non l'ho fatto", sarebbe stato il comandante Sabharwal. Nel mirino finiscono anche i test psicologici sui piloti di volo. Un'esperta spiega come vengono effettuati, qualcuno dice che andrebbero intensificati.

"Sono - spiega Daniela Chieffo, professoressa di Psicologia Generale all’Università Cattolica di Roma a Il Messaggero - 567 domande somministrate di persona. A volte sono ripetute, in forme diverse, per vedere qual è la linearità del pensiero. Possono riguardare la personalità, le emozioni primarie, i comportamenti di fronte al disagio. Si tratta dello strumento più utilizzato, esiste dal 1942. Sono domande anche bizzarre, non dirette, che a volte disorientano il soggetto. Questi strumenti psicodiagnostici ci danno un profilo di personalità. A volte la sintomatologia depressiva potrebbe persistere in modo sotterraneo e non avere una manifestazione eloquente".

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