Flotilla, dentro la nave diretta a Gaza: anche tanta gente comune. "Qui solo lavoratori, nessun radical chic"
In viaggio verso la Striscia non ci sono solo Greta Thunberg e altri volti noti della politica
Greta Thunberg (Foto Lapresse)
Dentro la Flotilla, anche normali padri e madri di famiglia in viaggio verso Gaza
La Flotilla è in viaggio verso Gaza, si tratta di una decina di navi che portano aiuti umanitari per i palestinesi. Ma a bordo non ci sono solo volti noti, tipo l'attivista Greta Thunberg e politici (quattro anche italiani), ma c'è pure tanta gente comune come padri e madri di famiglia o studenti che si mettono in gioco per cercare di fermare questa guerra e Israele. "Certo che ho paura, Israele ha dimostrato di non avere attenzione al consenso dell'Occidente. Si deve fare ma è un impegno. E non è vero che siamo radical chic, qui trovi studenti, padri di famiglia", dice Marco Contadini, ingegnere all’Agenzia della Mobilità del Comune di Roma, 59 anni, due figlie, a Il Fatto Quotidiano. Ha lavorato con gli ex detenuti a Roma, ha fatto cooperazione in Perù, ha già provato ad arrivare a Gaza con la Global March bloccata in Egitto e qui, tra l’altro, coordina i sub che vanno a vedere sotto le barche se ci sono problemi. O sabotaggi, come è già successo.
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Partono persone normali, nemmeno tutti attivisti. "Mai fatto politica", dice a Il Fatto Francesco, 40 anni, toscano, già ufficiale sulle petroliere, "ma poi mi sono stancato – racconta – di rubare il petrolio ai Paesi poveri" e ora guida camion a Formentera. “Sono qui perché ho visto che cercavano persone con esperienza di mare". Zero politica anche Laura, 39, insegnante precaria in Piemonte, che alla Global March e poi alla Flotilla è arrivata dopo il volontariato in India, “dove la gente – ricorda – ti muore in mano: un bambino che muore è un bambino che muore: a Gaza, in India, in Africa...".