Francia, il movimento "Nicolas che paga" ricorda i Gilet Gialli: tremano Macron e Bayrou

Esplodono le proteste contro la finanziaria "lacrime e sangue"

di Redazione Esteri

Emmanuel Macron e Frances Bayrou

Esteri

Francia, il rischio crisi di governo si fa sempre più concreto

Il governo francese rischia una nuova crisi, l'ennesima, tra la popolazione cresce il malcontento dovuto alla volontà del primo ministro Bayrou di imporre una finanziaria considerata "lacrime e sangue". Si tratta di una legge di bilancio austera per il 2026 che punta a 44 miliardi di euro di tagli alla spesa e nuove imposte. Include anche misure politicamente esplosive come l’abolizione di due degli 11 giorni festivi fino a oggi osservati in Francia. Monta così sui social francesi la protesta anti-tasse con lo slogan "C’est Nicolas qui paie" (E’ Nicolas che paga il conto). La versione francese dell’italiano “tanto paga Pantalone”. Un tempo confinata a gruppi marginali di estrema destra, - riporta Il Fatto Quotidiano - l’espressione è diventata di uso comune negli ultimi mesi.

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Dall’inizio dell’anno, ha reso noto Politico, sono stati postati oltre 503mila messaggi su questo tema, con un forte aumento da giugno. Il clima è di tensione. “Nicolas qui paie” e tutto il suo armamentario di significati si diffondono sempre di più e per la presidenza francese l’espressione, come il suo derivato “Je suis Nicolas“, evoca il ricordo scomodo di un altro movimento popolare, quello dei Gilet Gialli del 2018 e del 2019, campagna anti-tasse nata su Facebook che portò a settimane di violente proteste che costrinsero Macron a fare rare concessioni, con una marcia indietro su un aumento pianificato delle tasse sul carburante e delle tasse per i pensionati.

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