I giudici di Roma alla Corte Ue: accordo Italia-Albania sui migranti illegittimo
Il nodo degli accordi internazionali, per le toghe italiane "l’Unione ha competenza esclusiva"
Migranti in Albania, nuovo scontro tra giudici e governo
Si riapre la questione relativa all'accordo tra Italia e Albania sui migranti. La Corte d'appello di Roma si è espressa sulla questione dei Cpr e la sentenza non va certo in favore del governo Meloni. Per i magistrati italiani, infatti, l'Italia non avrebbe neanche potuto stipulare con Tirana il Protocollo per la delocalizzazione in Albania (Paese extra Ue) delle procedure di rimpatrio in aree interne albanesi, equiparate a zone di frontiera e sotto giurisdizione italiana, di migranti soccorsi in mare o di irregolari destinatari di provvedimenti di trattenimento. I giudici, quindi, - riporta Il Corriere della Sera - minano alla radice la questione e chiedono alla Corte Ue di pronunciarsi in merito.
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"L'Unione ha competenza esclusiva per la conclusione di accordi internazionali allorché tale conclusione può incidere su norme comuni o modificarne la portata". Nello specifico, i giudici contestano il caso relativo a un marocchino irregolare, senza lavoro o famiglia in Italia, che dopo 9 mesi di carcere è finito al Cpr a Torino e poi con decreto di trattenimento del questore di Roma nel centro albanese di Gjader in attesa di espulsione, e per la giudice è plausibile abbia strumentalmente chiesto asilo. Ma ciò non toglie - dicono i giudici e lo riporta Il Corriere - che il protocollo sulla cui base è stato trasferito in Albania sia stato firmato da uno Stato Ue (l’Italia) che non aveva competenza per farlo. Ora la palla torna alla Corte Ue.