Libia nel caos, atterrato a Fiumicino l'aereo con cento italiani: "Tanta paura, barricati negli hotel"
Tempestivo intervento dell'Unità di crisi della Farnesina
Libia nel caos, guerriglia per le strade di Tripoli (Foto Lapresse)
Libia nel caos, cento italiani riportati a casa nella notte
La Libia è tornata nel caos dopo l'uccisione del capo delle milizie Ghaniwa. Per le strade di Tripoli è esplosa una guerriglia con già oltre cento morti accertati, per questo la Farnesina è subito intervenuta per portare in salvo gli italiani che hanno fatto richiesta di tornare in Italia. Sono atterrati intorno all'una di questa notte, all'aeroporto di Fiumicino, i circa 100 cittadini italiani e 17 spagnoli partiti dall'aeroporto di Misurata, il Libia, dopo essere stati accolti dall'ambasciata italiana. "In cooperazione con l'ambasciata d'Italia a Tripoli, l'Unità di crisi della Farnesina e la presidenza del Consiglio", aveva spiegato giovedì il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "un convoglio è partito per Misurata con a bordo circa cento italiani".
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Il convoglio ha raggiunto, poi, la base Italiana attigua all'aeroporto di Misurata. Dopo il check in, alle 18 di giovedì, i cento italiani sono stati imbarcati su un volo Medsky per Roma. La partenza è stata effettuata da Misurata perché, come precisato dal ministro nella giornata di ieri a margine della riunione informale della Nato ad Antalya, in Turchia, "l'aeroporto di Tripoli è ancora chiuso". Per la maggior parte, si tratta di imprenditori che partecipavano a una fiera edilizia a Tripoli.
"Ci sono stati vari attacchi anche su alberghi", spiega uno di loro intervistato da Rainews 24: "Eravamo in Libia per una fiera e l'ambasciata ci ha detto di restare in albergo. Che è stato quello che abbiamo fatto. Grazie alla Farnesina, al ministro Tajani, all'ambasciatore e ai nostri ragazzi che ci hanno accolti". Un altro dei passeggeri spiega: "Siamo circa una ottantina. Noi siamo friulani, cerchiamo di portare Made in Italy in giro per il mondo. Voglio ringraziare per la grande professionalità e umanità del nostro corpo militare e dell'ambasciata italiana in Libia che ci ha supportato psicologicamente e che ha provveduto al trasporto".