Louvre: il casco, il guanto e le impronte. Ladri (maldestri) incastrati ma dei gioielli non c'è traccia
Incredibile: i fermati erano già schedati, abitano a Parigi
Louvre, non proprio un colpo alla Lupin: i due ladri parigini hanno lasciato parecchie tracce
Continuano le indagini sul "furto del secolo", l'incredibile colpo compiuto in pieno giorno all'interno del più visitato museo al mondo, il Louvre di Parigi. Ieri sono scattati gli arresti per due sospettati, si tratta di uomini tra i 30 e i 40 anni che abitano nello stesso quartiere di Aubervilliers, alla periferia nord di Parigi nella Seine-Saint-Denis, quel dipartimento "93" considerato la banlieue più difficile. Uno dei due, - riporta Il Corriere della Sera - con la doppia nazionalità francese e algerina, è stato bloccato dalla polizia che lo seguiva da giorni agli imbarchi del vicino aeroporto Charles De Gaulle, mentre stava per prendere l’ultimo volo Air Algerie verso la capitale Algeri. Il suo compagno, di nazionalità francese, è stato invece fermato a Aubervilliers, e secondo le fonti investigative stava progettando di fuggire in Mali.
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Se il colpo di domenica è sembrato eccezionale per audacia, efficacia e rapidità, i ladri hanno comunque commesso molti errori. Il principale - prosegue Il Corriere - è stato abbandonare nella fuga molti oggetti, che sono stati analizzati per giorni dagli esperti della polizia scientifica. Tra i 150 campioni di Dna e impronte digitali esaminati, ci sono quelli lasciati prima di tutto sulla corona dell’imperatrice Eugenia, con i suoi 1.354 diamanti, 113 rose e 56 smeraldi, rubata dalla vetrina della galleria di Apollo ma poi lasciata cadere a pochi metri dal museo. E poi un casco da motocicletta, con alcuni capelli all’interno, e un guanto. Le preoccupazioni restano per i gioielli, "spesso venduti all’estero", della refurtiva infatti non c'è traccia.