Manichini ricordano i cadaveri di Gaza, Zara ritira lo spot dopo la bufera web

Il marchio di moda famoso in tutto il mondo ha rimosso i manichini con arti mancanti. L'azienda: "Hanno visto qualcosa di lontano da ciò che era previsto"

di Redazione
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Esteri

Zara, la nuova campagna pubblicitaria fa infuriare i social: scoppia la bufera

Zara, marchio di moda famoso in tutto il mondo, finisce nei guai: ha ritirato dal suo sito e dalle applicazioni una campagna pubblicitaria che ritraeva manichini con arti mancanti. La decisione è stata presa dopo le proteste social che indicavano una mancanza di rispetto per le vittime della guerra tra Israele e Hamas. L’hashtag #BoycottZara era entrato in tendenza sul social X.

Al centro delle polemiche sono finite anche alcune fotografie che ritraevano statue avvolte in teli bianchi, simili a corpi nei sudari. Le immagini sono state rimosse "come parte della normale procedura di aggiornamento dei contenuti", ha dichiarato la società.

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L'azienda spagnola ha replicato alle critiche affermando che la collezione "Atelier" è stata concepita a luglio e le foto sono state scattate a settembre, prima degli attacchi terroristici di Hamas contro Israele. Quella serie di immagini aveva “l'unico scopo di mostrare capi di abbigliamento artigianali in un contesto artistico", ha ancora spiegato Zara.



 

“Siamo rammaricati del malinteso”, ha fatto sapere l'azienda.

“Purtroppo alcuni clienti si sono sentiti offesi da queste immagini, che ora sono state rimosse, e vi hanno visto in esse qualcosa di lontano da ciò che era previsto al momento della creazione", ha concluso Zara.

Non è la prima volta che la moda inciampa sulla tematica del conflitto tra Israele e Gaza. Qualche settimana fa la firma M&S (Marks & Spencer) è stata accusata di aver pubblicato su Instagram una foto di cappelli natalizi con i colori della bandiera palestinese in fiamme. In quella occasione l'Asa aveva ricevuto 116 reclami, per poi valutare che M&S non aveva infranto le regole della vigilanza pubblicitaria, pertanto "non era giustificata alcuna ulteriore indagine".

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