Morte Epstein, "sono un codardo, non mi ucciderò mai". I verbali del carcere

I colloqui con gli psicologi raccontano una storia tutta diversa. "La vita è bella" e poi dopo solo 10 giorni è stato trovato morto in cella. E' giallo

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Morte Epstein, i verbali del carcere: "La vita è bella". Dubbi sul suicidio

La morte dell'imprenditore statunitense Jeffrey Epstein torna di stretta attualità dopo l'inchiesta del New York Times che è riuscito ad ottenere i verbali del carcere in cui il manager, condannato per molestie sessuali e traffico di minorenni, era detenuto. Il 9 luglio 2019 - si legge sul Fatto Quotidiano - il finanziere dei vip viene sottoposto a una valutazione del rischio di suicidio. La psicologa che lo segue scrive nei suoi appunti: “Epstein ha negato categoricamente ogni intenzione o piano suicida”. Nega anche di essere un predatore sessuale, e parla con fiducia della prossima udienza, dicendosi convinto che sarà presto rilasciato e commentando: “La vita è bella!”. “Era proiettato verso il futuro” commenta la terapeuta.

"Non ho nessun interesse a uccidermi. E poi - prosegue Epstein nel colloquio con la psicologa - sono un codardo, ho paura del dolore fisico”. Viene trovato morto, impiccato con le sue lenzuola, solo due settimane dopo, il 10 agosto. In carcere - prosegue il Fatto - è rimasto 36 giorni. I documenti esaminati mettono però in luce errori e manchevolezze ai limiti del credibile. Nel file di accettazione è registrato come "uomo di colore e senza precedenti per reati sessuali", lui che era caucasico e aveva già scontato il carcere, nel 2008, per sfruttamento della prostituzione minorile. All ’inizio nessuno sa chi sia, e viene messo nel braccio dei generici. Alcune telefonate risultano non regolarmente registrate o archiviate. Il mistero sulla morte di Epstein si infittisce.

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