Myanmar, le elezioni provocano il caos. In testa il partito dei militari. "Non c'è democrazia"

Competizione dominata da candidati vicini alle forze armate, il popolo si ribella

di Marco Santoni

Myanmar, elezioni (Foto Lapresse)

Esteri

Myanmar, partiti sciolti ed elezioni con soli candidati militari. Il popolo si ribella

Il principale partito pro forze armate del Myanmar, l'Unione per la solidarietà e lo sviluppo, sarebbe "in maggioranza" dopo la prima fase delle elezioni organizzate dalla giunta, secondo una fonte del partito citata oggi dai media del Paese. Il controverso processo elettorale è iniziato ieri ed è articolato in tre fasi, in programma fino alla fine di gennaio. Le forze armate, salite al potere con il colpo di Stato del 2021, sostengono che le elezioni restituiranno il potere al popolo.

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La Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi, sciolta forzosamente dopo il golpe, non compare sulle schede elettorali, e la consigliera di Stato deposta resta in carcere. Stati Uniti, Nazioni Unite e attivisti hanno condannato il voto, denunciando repressione del dissenso e una competizione dominata da candidati vicini ai militari. I risultati ufficiali non sono ancora stati pubblicati.

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