Ucraina, lo scandalo corruzione inguaia Zelensky e i russi accelerano. Lavrov: "Pronti per il vertice a Budapest con Trump"

Il sospetto è che i soldi per difendersi da Mosca siano in parte finiti nelle tasche dei ministri cacciati

di Marco Santoni
Esteri

Ucraina, lo scandalo corruzione complica tutto. I sospetti del G7 e la mossa di Mosca

La guerra in Ucraina potrebbe essere arrivata davvero a un punto di svolta per diversi motivi. Pesa sicuramente l'avanzata sul campo dei russi che stanno conquistando territori chiave ma anche lo scandalo corruzione scoppiato in Ucraina, con addirittura due ministri del governo di Zelensky cacciati. Si spiega così l'improvvisa accelerata dei russi per siglare una tregua. "Restiamo pronti - ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov - a tenere un secondo vertice russo-americano a Budapest, se davvero si baserà sui risultati consolidati dell'Alaska. Tuttavia, non è stata fissata alcuna data. I contatti russo-americani continuano", ha osservato il Ministro degli Esteri russo. Secondo il ministro, il quotidiano britannico Financial Times "ha lanciato una falsa narrazione" collegando l'annullamento del vertice di Budapest a un memorandum sull'Ucraina presumibilmente inviato dalla Russia.

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Il sostegno all'Ucraina è stato al centro dei lavori del G7 Esteri in Canada, al quale ha partecipato il capo della diplomazia di Kiev, Andriy Sibiha, che è tornato a chiedere armi a lungo raggio per contrastare la crescente pressione militare russa. Ad animare la discussione sono stati però anche i casi di corruzione che hanno scosso il governo ucraino e portato al licenziamento del ministro dell’Energia, Svitlana Hrynchuk, e il suo predecessore, poi ministro della Giustizia, Herman Galushchenko. Si tratta di un tema fondamentale sia per il rapporto di fiducia con i partner che per i rischi di fornire assist alla propaganda russa e su questo fronte, ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, Sybiha “ha assicurato che le cose stanno cambiando”. “È un problema che deve essere risolto, anche per la futura adesione all’Unione Europea”, ha avvertito il vicepremier, che ha offerto a Sybiha la cooperazione della Guardia di Finanza per studiare misure di contrasto al fenomeno.

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