ANBI, allarme in Sardegna: gestione straordinaria per la scarsità d’acqua agricola

Vincenzi (ANBI): "L’eventualità di ripiombare nell’incubo dell’estate 2024 era prevedibile, perché il clima ha preso questa piega e non sta facendo sconti"

di Redazione
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ANBI lancia l’allarme in Sardegna: campagne agricole della Baronia senza acqua, interventi urgenti per garantire solo l’abbeveraggio del bestiame

Torna la crisi idrica nel nordest della Sardegna, dove le campagne della Baronia devono fare nuovamente i conti con livelli d’acqua estremamente bassi. Dal 19 novembre, su disposizione dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna (ADIS), il Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale permette il prelievo d’acqua solo per l’abbeveraggio del bestiame e per la pulizia delle stalle. La decisione riguarda le aziende agricole consorziate nel bacino di Maccheronis, che comprende i comuni di Posada, Siniscola, Budoni, Torpè e San Teodoro. Al 14 novembre, l’invaso registrava appena 0,969 milioni di metri cubi d’acqua, a fronte di una capacità totale di oltre 22 milioni di metri cubi, segnalando un rischio idrico critico.

La nota dell’ADIS sottolinea la necessità di ridurre significativamente i prelievi agricoli e stabilisce l’avvio di un monitoraggio forzato dei livelli del bacino, con trasmissione settimanale dei dati all’Agenzia. “Si chiede al Consorzio di bonifica di interrompere l’utilizzo agricolo e di garantire il solo utilizzo finalizzato al benessere animale”, si legge nel documento a firma del Segretario Generale, Costantino Azzena. Nonostante le piogge di novembre, le precipitazioni non sono state sufficienti a incrementare i livelli del bacino. In Baronia le coltivazioni principali includono grano, legumi, carciofi, viti, olivi, frutta e la pompia, agrume autoctono unico in Italia, simbolo del territorio.

Secondo Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI, “l’eventualità di ripiombare nell’incubo dell’estate 2024 era prevedibile, perché il clima ha preso questa piega e non sta facendo sconti”. Duro anche il giudizio di Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI: “Ciò che sconcerta è l’assenza di pianificazione, nonostante i Consorzi di bonifica abbiano messo in campo proposte concrete, dall’interconnessione tra bacini al monitoraggio delle falde, fino al recupero delle acque reflue e alla costruzione di nuovi invasi come Abba Luchente, che insieme a Maccheronis potrebbe garantire la risorsa idrica almeno biennale”.

Il Presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale, Ambrogio Guiso, assicura che l’ente continuerà a garantire la distribuzione dell’acqua per il benessere del bestiame e si impegnerà anche in attività straordinarie, come l’alimentazione emergenziale del potabilizzatore di Torpè con acque derivanti dal fiume Posada.

 

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