Cop26, Obama: "Lontani da neutralità carbonica". E se la prende con Xi e Putin

L'intervento alla Cop26 dell'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "Il tempo sta scadendo, il prossimo decennio sarà decisivo"

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Clima, Obama alla Cop26: "Dopo le promesse servono anche i fatti" 

"Se tutti gli annunci audati e tutte le promesse che sono state fatte avranno un seguito allora sarà vero progresso". Così l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, intervendo alla Cop26 di Glasgow, fa il punto sulla crisi climatica. Il tempo, ricorda Obama, "sta scadendo", e "il prossimo decennio è decisivo per il clima". Con le misure attuali "non riusciamo, a contenere l'aumento delle temperature, entro 1,5 gradi". 

Per la lotta ai cambiamenti climatici "abbiamo bisogno di Russia, Cina e India", "non possiamo lasciare in panchina nessuno". "È stato molto scoraggiante vedere i leader di due dei maggiori Paesi emettitori, Cina e Russia, rifiutarsi persino di partecipare ai lavori, i loro piani nazionali riflettono quella che appare una pericolosa mancanza di urgenza", ha ammonito l'ex presidente Usa.  

Di fronte ai cambiamenti climatici, gli Stati insulari "sono come i canarini che venivano utilizzati nelle miniere di carbone" come sistema di allarme, ha ricordato il presidente Usa, Barack Obama. I canarini avvertono infatti la presenza di monossido di carbonio. Ricordando che è un "ragazzo proveniente da un isola", cioè dalle Hawai, Obama ha aggiunto che "le nostre isole sono più che mai minacciate". L'ex presidente ha quindi elogiato l'attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, per aver prestato la giusta attenzione nei confronti delle isole. 

GUARDA QUI IL VIDEO DELL'INTERVENTO 

(Segue l'attacco dell'attivista Vanessa Nakate....)

Cop26, l'attivista Vanessa Nakate contro Obama: "Bla-Bla-Bla per 12 anni" 

Vanessa Nakate, attivista per il clima 
 

Ma le parole di Obama non sono piaciute alla giovane attivista 24enne Vanessa Nakate, paladina ugandese della lotta contro il cambiamento climatico in Africa, che su Twitter scrive: "Signor Obama, avevo tredici anni quando lei ha promesso un finanziamento di 100 miliardi di dollari per la tutela del clima. Gli Stati Uniti hanno infranto quella promessa, che costerà delle vite in Africa. Il Paese più ricco del mondo non sta facendo abbastanza in termini di fondi stanziati. Vogliamo i fatti”.

In sostanza, l'accusa è di aver fatto "bla bla bla" per bene dodici anni. Nakate ha allegato al suo messaggio un video risalente alla Cop15 di Copenaghen nel 2009, in cui Obama promise un sostanzioso intervento per salvare il clima, invitando l’ex presidente ad agire con l’hashtag #ShowUsTheMoney.

 

(Segue la politica ambientale dell'ex presidente....) 

Cop26, la politica ambientale dell'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama 

“Il cambiamento climatico rappresenta la più grande minaccia per i nostri figli, il nostro pianeta e le generazioni future”. Queste parole non sono tratte dall'intervento dell’ex presidente Barack Obama alla Cop26 di Glasgow. Sono del 2016, quando Obama era ancora alla Casa Bianca, a commento delle iniziative prese dalla sua amministrazione negli otto anni di mandato, a cominciare dalla riduzione del 9 per cento delle emissioni di carbonio.

Obama, sostenuto dalla moglie Michelle, aveva lavorato per ottenere il taglio delle emissioni del 32 per cento entro il 2030 e il passaggio in larga scala, entro il 2025, a veicoli a basso inquinamento.

Nella sua agenda ‘verde’ c’erano anche la riduzione delle emissioni inquinanti da parte degli edifici federali e lo sviluppo di un piano di ‘Profonda decarbonizzazione’ da portare assieme a Canada e Messico. Il sogno, diceva, era vedere l’America come Paese guida nella rivoluzione ambientalista.

L’anno chiave era stato il 2008, quando Obama aveva presentato il suo ‘Clean Power Plan’, il primo intervento americano in difesa dell’ambiente, un atto che segnava il riconoscimento ufficiale dell’emergenza climatica. Il piano venne aggiornato due anni dopo, nel 2010: tra i vari obiettivi c’era quello di prevenire la morte prematura di 3.600 persone, 1.700 attacchi cardiaci non fatali, 90 mila casi di attacchi d’asma nei bambini, 300 mila giorni di scuola e di lavoro a causa delle malattie legate all’inquinamento.

Altri obiettivi prevedevano di sviluppare fino al 30% più di energia rinnovabile entro il 2030 e la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro legati alla ‘green energy’. Ma per realizzare la svolta a livello globale, aveva sostenuto Obama, sarebbe servita la buona volontà della Cina a ridurre l’inquinamento. L’intesa tra Washington e Pechino non venne mai raggiunta. L’elezione di Donald Trump, poco attratto dal tema del cambiamento climatico, segnò lo stop.

Il primo giorno della sua presidenza, Donald Trump annunciò che il ‘Climate Action Plan’ sarebbe stato eliminato. “E’ dannoso e non necessario”, fu la giustificazione del nuovo presidente.