Agi, clamoroso stop: salta la vendita agli Angelucci. Inside

Fonti accreditate riferiscono di un ripensamento da parte di Eni, con il patron delle cliniche private "costretto" a consolarsi con un'altra agenzia

di Marco Scotti
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Antonio Angelucci 
MediaTech

Agi, clamoroso stop: salta la vendita agli Angelucci. Inside

Clamoroso colpo di scena: la vendita di Agi alla famiglia Angelucci, già proprietaria di Giornale, Libero e Tempo, potrebbe saltare. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, infatti, l’Eni starebbe pensando di tornare sui propri passi. Si spiegherebbe in questo modo la decisione di Angelucci di guardarsi intorno, mettendo gli occhi sull’Agenzia Dire, guidata da Davide Vecchi, già direttore del Tempo.

Fonti accreditate riferiscono che in un primo momento era stato proprio il cane a sei zampe a decidere di mettere in vendita Agi per fare cassa. Ma sicuramente non si sarebbe mai aspettato il putiferio che ne è seguito, con i giornalisti della seconda agenzia di stampa che hanno scioperato per cinque giorni. Un collega dell’Agi raccontava ad Affari che “erano giorni bui per il futuro della stampa, non solo dell’agenzia”.

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E il governo? A quanto risulta, non era stato preventivamente informato dell’intenzione di cedere Agi agli Angelucci. E per questo non avrebbe avuto un ruolo attivo né nella trattativa, né nell’eventuale passo indietro che starebbe maturando in queste ore. D’altronde, in un bilancio complesso ed elefantiaco come quello di Eni, incassare una trentina di milioni, a fronte di una notevole coda polemica, non sembra valere la pena. Così si torna all’oggi: la trattativa con Angelucci sarebbe in procinto di saltare. Con il re delle cliniche laziali pronto a “consolarsi” con l’agenzia Dire, anch’essa entrata in agitazione. Nel maxi-polo dell’informazione di centro-destra voluto da Angelucci ci sarà sicuramente un’agenzia di stampa. Molto difficilmente, però, sarà Agi.